Il murales, realizzato da un writer siciliano, si trova in corso di Porta Ticinese. Qualcuno nelle scorse notti ha disegnato in mano al magistrato assassinato a Capaci una pistola rossa puntata alla testa del collega. Dopo l'intervento sui social del sindaco Sala, l'immagine è stata subito ripristinata. Individuato e denunciato un 32enne
Una pistola alla tempia di Giovanni Falcone, puntata da Paolo Borsellino. Il murales che si trova in Corso di Porta Ticinese a Milano e che ritrae i due magistrati antimafia assassinati da Cosa Nostra è stato vandalizzato da ignoti nelle scorse notti. Poi, dopo la diffusione della notizia sulla vandalizzazione, è stato immediatamente ripristinato, come auspicato da Wikimafia che ha chiesto al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, di trasformare “quel momento di restituzione alla città in una celebrazione pubblica contro tutte le mafie”. Il primo cittadino su Facebook ha parlato di “un gesto ignobile che non ferma la lotta alla mafia portata avanti ogni giorno con coraggio da Milano”.
L’immagine fu disegnata nel 2013 da Tunus, writer siciliano, e mostrava originariamente Falcone e Borsellino sorridenti, uno dietro l’altro. Qualcuno, però, ha disegnato in mano al giudice, ucciso a Capaci nel maggio 1992, una pistola arancione puntata alla testa del suo collega e amico, ucciso due mesi più tardi nell’attentato di via D’Amelio. Sopra al murale era apparso un cartello che recitava “viene da via Gola l’idiota che sfregia ciò che non comprende” ed erano stata affisse due foto di una persona in piedi di fronte ai volti di Falcone e Borsellino. Pare fosse lui il responsabile del gesto.
Negli scorsi mesi, a Palermo, erano state vandalizzate le immagini alla memoria di Falcone davanti a due diversi istituti scolastici del capoluogo siciliano. Prima è stato distrutto il busto del magistrato davanti ad una scuola allo Zen, poi è stato dato alle fiamme un cartellone con la foto dello stesso giudice. In serata è stato individuato e indagato dalla polizia l’autore: si tratta di un 32enne con precedenti per imbrattamento che, secondo quanto riferisce la Questura, non appartiene all’area antagonista.