La vittoria del centrodestra è l’ipotesi più probabile, le larghe intese non sono poi così lontane, ma l’unica maggioranza esistente sarebbe quella di un governo “del presidente”, per dire la verità tutto da inventare. Sono le tracce principali del sondaggio settimanale di Ixè per l’Huffington Post che certifica – se ce ne fosse bisogno – la crisi del Pd impalato al 22 per cento, la forza del centrodestra che potenzialmente ha in mano la vittoria e l’andamento ormai stabile da mesi del Movimento Cinque Stelle sulla linea del 28 per cento. Tra i punti segnalati da Weber sull’HuffPost c’è l’uscita dalla stagnazione della coalizione di centrosinistra e il merito è esclusivamente di Più Europa, la lista di Emma Bonino, che questa settimana per la prima volta tocca il 3 per cento. Peraltro la crescita di PiùEuropa fa bene alla coalizione ma non troppo al Pd visto che va a prendere i voti da quel bacino elettorale. In questo senso tutto sarebbe coerente con i retroscena di questi giorni di vari giornali che raccontano della preoccupazione della dirigenza democratica per un crollo del partito fino al 20 per cento.
In generale, secondo Weber, i dati di questa settimana indicano che i fatti di Macerata giovano più a Forza Italia (in lieve salita) che alla Lega (in leggero calo, alla soglia dell’11). Quanto agli altri due poli, per il direttore di Ixè, l’M5s si è “avvicinato al suo plafond (in due mesi circa il dato ha oscillato al massimo di 1,5)” e lo stesso vale per Liberi e Uguali “vicini alla sua soglia massima (max 7,5 min 6,5)”.
In 4 mesi il Pd perde 5 punti, Fi ne guadagna 3,5
Visto che il Rosatellum ha una parte proporzionale molto pronunciata e, anzi, preponderante, resta basilare capire lo stato di salute di ciascun partito. E, soprattutto dallo storico che per Ixè comincia il 10 ottobre, emerge da dov’è nata la situazione attuale. Il Pd, per esempio, ha perso 5 punti in 4 mesi, mentre Forza Italia ne ha guadagnati 3 e mezzo nello stesso periodo. L’incremento registrato dal partito di Berlusconi ha penalizzato anche la Lega che rispetto a ottobre ha perso 4 punti. Ancora una volta è importante notare come l’unica forza politica a non avere oscillazioni significative sia il M5s, ormai ingessato tra il 27 e il 28.
Centrodestra a 296 deputati e 153 senatori
Quali sono le opzioni di maggioranza più praticabili? Proprio come dicono Berlusconi e Salvini, anche i sondaggi confermano che il centrodestra è a un passo dalla vittoria: attualmente raccoglierebbe 296 deputati, “solo” 20 in meno della quota di 316 necessaria alla Camera, e 153 senatori (cinque in meno della soglia). Le larghe intese non sono poi così lontane, anche se in questo caso Pd e Forza Italia metterebbero insieme 278 deputati (meno 38 dalla maggioranza) e 147 senatori (meno 11). Ixè aggiunge anche l’eventuale alleanza “anti” di Lega e Cinquestelle che però arriverebbero “solo” a 258 deputati e 120 senatori. L’unica maggioranza che già oggi, secondo i dati Ixè, supererebbe la soglia dei 316 deputati e dei 158 senatori è quella del cosiddetto “governo del presidente” che però andrebbe definito meglio. Ixè, giustamente, mette dentro tutti tranne i Cinquestelle, la Lega, i Fratelli d’Italia e la “sinistra” di Liberi e Uguali che è riconducibile a Sinistra Italiana e Possibile. In questo quadro il “governo del presidente” sarebbe sostenuto da 321 deputati e 167 senatori, ma sicuramente avrebbe una vita breve e forse solo per qualche limitato obiettivo.
Da fine novembre il centrodestra +26 seggi
Anche con il criterio dei seggi le tendenze sono confermate: alla Camera il centrodestra ha aumentato di 26 seggi dalle proiezioni di fine novembre a quelle di questi giorni (da 270 a 296) e al contrario il centrosinistra è calato di una ventina di deputati (da 162 a 143); al Senato la coalizione Fi-Lega-Fdi è salita di 18 deputati dai dati del 22 novembre, mentre Pd e alleati hanno registrato una flessione di 13 seggi. In questo quadro peraltro si conferma la situazione cristallizzata (nel bene e nel male) del M5s che alla Camera veniva accreditato di 165 seggi a novembre che ora sono diventati 161, mentre al Senato tre mesi fa si parlava di 85 parlamentari che ora sono calati di poco, a 80.
Il centrodestra può essere ottimista soprattutto perché anche dove non può contare su collegi sicuri, si trova in vantaggio. Più in particolare, alla Camera la coalizione di Berlusconi e Salvini può contare su 91 seggi già certi, più 58 tra probabili (con distacchi tra il 5 e il 10 per cento) e contendibili (sotto al 5). Al Senato, in proporzione, accade lo stesso: oltre a 39 collegi considerati sicuri, ce ne sono altri 47 tra probabili e contendibili.
M5s verso il primato in Parlamento
E’ difficile anche che il Pd, come vorrebbe il segretario Matteo Renzi, possa avere il primo gruppo parlamentare. Anzi, il rischio vero è che il raggruppamento democratico sia solo terzo. Secondo le proiezioni di Ixè, infatti, il primo gruppo alla Camera potrebbe essere il Movimento Cinque Stelle con 161 deputati, mentre al Senato sarebbe Forza Italia con 84 parlamentari. Il Pd avrebbe 122 deputati (nella Camera uscente ne aveva 300 anche per via del premio di maggioranza) e 57 senatori (un po’ di più di metà degli attuali). Da sottolineare, infine, la forza parlamentare della Lega, inedita da quando esiste: 97 deputati e 40 senatori.