La misura che consente ad alcuni lavoratori di anticipare la pensione attraverso un finanziamento bancario non sarà però a costo zero. E nemmeno a costo di mercato. In compenso da oggi i 63enni che possono accedere all'Ape volontaria potranno farsi bene i conti in tasca
Via libera alle domande per accedere all’Ape volontaria, la misura che consente ad alcuni lavoratori di anticipare la pensione attraverso un finanziamento bancario. L’operazione non sarà però a costo zero. E, per la verità, nemmeno a costo di mercato. In compenso da oggi i 63enni che possono accedere all’Ape volontaria potranno farsi bene i conti in tasca grazie al simulatore online dell’Inps.
Prima di tutto bisognerà verificare di avere tutte le carte in regola. L’Ape volontaria è infatti a beneficio di chi abbia compiuto 63 anni nel 2018 (o almeno 63 anni e 5 mesi nel 2019), ha un’anzianità contributiva non inferiore a 20 anni e un importo della futura pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo. Inoltre, al lavoratore candidato a richiedere il prestito non dovranno mancare più di tre anni e sette mesi alla pensione di vecchiaia. Infine, il potenziale beneficiario dovrà essere iscritto ad una forma di previdenza pubblica obbligatoria. Sono esclusi quindi tutti i liberi professionisti come avvocati, commercialisti o architetti. Ma la platea potenziale è ampia: si tratta di circa 300mila persone solo per l’anno in corso. Una volta verificati i requisiti, bisognerà poi valutare i costi del prestito finanziario che garantirà al lavoratore dei flussi di cassa nel periodo che precede la pensione vera e propria.
Qualche indizio sui costi lo ha fornito direttamente palazzo Chigi. In una nota, l’esecutivo ha fatto il caso di un lavoratore di 65 anni che voglia anticipare di due anni il pensionamento e che abbia un reddito da 2000 euro al mese. Nell’ipotesi in cui venga chiesto un anticipo pari all’80% della pensione, il lavoratore intascherà 1600 euro al mese per il periodo che “anticipa” la pensione di vecchiaia. Raggiunti poi i requisiti, l’assegno mensile (tredicesima esclusa) ammonterà a 1773 euro per via di una trattenuta mensile da 277 euro contabilizzata su vent’anni per un totale di 260 rate. “Nell’arco dei venti anni del rimborso, la rata di ammortamento è composta di 67 euro di costi netti (ovvero relativi agli interessi, al premio assicurativo e alla commissione del fondo di garanzia, al netto del credito d’imposta) mentre i restanti 227 euro rappresentano la restituzione del capitale – spiega la nota di Palazzo Chigi – Quindi per un Ape di 2 anni, il costo degli oneri complessivi netti, ovvero interessi, premio assicurativo e commissione, al netto del credito d’imposta, è pari a 15.966 euro, ovvero il 3,08% dell’ammontare totale delle pensioni (spettante in 20 anni). Per avere un Ape di 3 anni il costo degli oneri complessivi netti è pari al 4,49% dell’ammontare totale delle pensioni. Per un Ape di un anno il costo degli oneri complessivi netti è pari all’1,57 % dell’ammontare totale delle pensioni ”. In pratica, in 20 anni di pensione, il lavoratore avrebbe incassato in pensione 520mila euro. Con l’Ape prenderà 15.966 euro in meno, pari al 3,08% dell’ammontare totale delle pensionistico spettante sullo stesso arco temporale. In compenso sarà andato in pensione due anni prima grazie al prestito che gli avrà garantito un flusso di cassa complessivo da 38.400 euro.
Il simulatore Inps è lo strumento per schiarirsi le idee su un caso specifico. Basterà inserire tutti i dati sul sito dove, in anonimato, vengono richiesti data di nascita, genere, tipo di gestione e importo pensione lorda mensile. Sarà necessario inoltre indicare residenza, eventuali rate mensili per assegni divorzili e mantenimento, debiti erariali e prestiti con un periodo di ammortamento residuo successivo alla data di decorrenza della pensione. In automatico, il simulatore mostrerà l’arco temporale entro il quale bisognerà presentare la domanda. A quel punto, il lavoratore dovrà indicare quando intende depositare la richiesta per consentire un calcolo relativo all’importo minimo e massimo richiedibile. Fissato il livello di anticipo desiderato, il simulatore fornisce una tabella riepilogativa dell’Ape, incluso il credito d’imposta spettante. Il prestito è infatti fiscalmente agevolato ed è coperto da una assicurazione contro il rischio di morte prima della fine del rimborso. A questo punto, il lavoratore potrà decidere il da farsi.
Il primo passo sarà verificare il possesso dei requisiti con l’Inps. Gli interessati ad accedere all’Ape volontaria dovranno chiedere specifica certificazione all’ente. Solo dopo aver ottenuto il documento, il lavoratore potrà presentare la richiesta nella fascia temporale già indicata dal simulatore. “La domanda di Ape si perfeziona alla data di pubblicazione, nella sezione dei servizi Ape, dell’accettazione del contratto di finanziamento da parte dell’istituto finanziatore e della proposta di assicurazione da parte dell’impresa assicuratrice”, spiega una nota dell’Inps che aggiunge come l’anticipo inizierà ad essere erogato, in quota mensili, il primo giorno del terzo mese successivo alla data di presentazione della domanda. Al raggiungimento dell’età pensionabile, poi l’Inps provvederà ad applicare le trattenute per il recupero del finanziamento. Fatta salva sempre per il lavoratore la possibilità di estinguere in toto o in parte il finanziamento richiesto.