Secondo i pm del capoluogo, l'ex amministratore unico dell'azienda di trasporto pugliese deve andare in prigione perché "è in grado di pagare un affitto di 30mila euro, segno evidente che nonostante i suoi problemi giudiziari, i sequestri della Corte dei conti, del giudice civile e ora di quello penale ha potuto mettere da parte una discreta somma di danaro frutto della sua attività illecita"
La Procura di Bari ha chiesto il carcere per l’ex amministratore unico di Ferrovie Sud-Est Luigi Fiorillo, arrestato dalla Guardia di Finanza il 1 febbraio scorso e tuttora ai domiciliari insieme ad altre dieci persone accusate di bancarotta per il crac da 230 milioni di euro della società pugliese di trasporti. È quanto emerge nel ricorso al Riesame presentato contro l’ordinanza che ha portato agli arresti e a sequestri per quasi 90 milioni. Non solo. Come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, il pool di magistrati che si occupano dell’inchiesta, coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, ha chiesto il carcere anche per l’avvocato Angelo Schiano, che per attività di assistenza e consulenza legale ha ricevuto nell’era Fiorillo 27 milioni di euro e per l’ex dirigente Francesco Paolo Angiulli, l’uomo accusato di aver affidato all’ex amministratore unico di Fse consulenze per 4 milioni di euro.
I PM: “AUMENTARE GLI IMPORTI DELLE SOMME SEQUESTRATE” – La Procura chiede anche di aumentare gli importi delle somme sequestrare e relative al profitto del reato di bancarotta, bloccando i crediti che gli indagati hanno all’interno della procedura di concordato preventivo. Partendo da Fiorillo, secondo l’accusa l’avvocato tarantino sta continuando a godere dei frutti della bancarotta di Ferrovie Sud-Est, come si evince dalla perquisizione eseguita il giorno del suo arresto, nella sua casa di Roma, a Campo dei Fiori. Nel corso dell’operazione, infatti, sono state trovate le ricevute del pagamento dell’affitto di casa, di proprietà di un ente del Vaticano.
IL TENORE DI VITA DI FIORILLO – La Gazzetta del Mezzogiorno riporta il contenuto del ricorso. “Senza alcun reddito – scrivono i pm – e con una moglie che ha dichiarato nell’anno 2016 soli 16.607 euro, Fiorillo è in grado di pagare un affitto di 30mila euro, segno evidente che nonostante i suoi problemi giudiziari, i sequestri della Corte dei conti, del giudice civile e ora di quello penale ha potuto mettere da parte una discreta somma di danaro frutto della sua attività illecita“. In pratica, secondo i magistrati Fiorillo si sta godendo i frutti della bancarotta, così come in passato avrebbe speso 2600 euro per una bottiglia di vino acquistata nel giugno 2009 da un’enoteca di Roma – come riportato nell’ordinanza di custodia cautelare – e si sarebbe fatto rimborsare per anni 14mila euro al mese per l’autista personale, pur essendo la società dotata di un proprio autista.
IL RUOLO DI SCHIANO – I magistrati insistono anche sul ruolo di Angelo Schiano, presunto amministratore occulto e avvocato della società. Secondo i pm non v’è dubbio che il legale “presso il cui studio venivano formati spesso gli atti di amministrazione, rivestisse la qualità di amministratore di fatto della società Fse”. Per il gip Alessandra Susca si tratta di un’ipotesi “non implausibile”, anche se è il giudice sottolinea l’assenza “di atti diretti di gestione e di amministrazione” compiuti in prima persona dal legale. Pur riconoscendolo responsabile di bancarotta fraudolenta, il giudice ha così escluso per Schiano i gravi indizi di colpevolezza sull’accusa di bancarotta documentale e questo è un altro aspetto su cui i magistrati hanno presentato ricorso. Nel frattempo, prosegue la battaglia per il salvataggio. La Regione Puglia, proprio il giorno dopo l’arresto ha votato a favore del concordato. Il prossimo 14 marzo si tornerà in aula, presso il Tribunale fallimentare di Bari, per proseguire nelle operazioni di voto.