“Ci sono sufficienti evidenze contro il premier” Benyamin Netanyahu per raccomandare la sua incriminazione per sospetta corruzione nelle due differenti indagini che lo hanno coinvolto. Lo ha annunciato ufficialmente il portavoce della polizia israeliana, Micky Rosenfeld. Il premier israeliano non si dimette dopo la raccomandazione e in un discorso alla nazione in tv si è proclamato innocente. “Queste raccomandazioni non hanno alcun valore giuridico in un Paese democratico”, ha dichiarato, respingendo ogni accusa da parte della polizia. Aggiungendo: “Continuerò a guidare Israele in modo responsabile e leale”, ribadendo che tutto ciò che ha fatto è stato per il bene del Paese e “non per i sigari degli amici né per una migliore copertura mediatica”. Netanyahu è sotto inchiesta per due vicende. La prima è il “caso 1000“, nel quale il premier è accusato di aver ricevuto casse di sigari e champagne da facoltosi uomini d’affari in cambio di favori nei loro confronti. C’è poi il “caso 2000” che verte su un presunto accordo fra Netanyahu e Arnon Mozes, editore del quotidiano Yedioth Ahronot, per sfavorire il quotidiano rivale Israel Hayom in cambio di una copertura favorevole al governo.

Netanyahu ha sempre smentito tutto, dicendosi vittima di una “caccia alle streghe“. La settimana scorsa ha attaccato il capo della polizia Roni Alshiekh, accusandolo di imparzialità. Alshiekh aveva dichiarato in televisione che persone “potenti” stavano mandando investigatori privati in cerca di elementi per discreditare gli agenti impegnati nelle indagini su Netanyahu.
“È scioccante scoprire che il capo della polizia ripete false e ridicole insinuazioni a proposito del primo ministro Netanyahu che manda investigatori privati contro i poliziotti impegnati a indagare sul suo conto”- ha risposto Netanyahu su Facebook – Ogni persona corretta si chiederà come persone che dicono cose simili sul primo ministro possano indagare obiettivamente su di lui e fare raccomandazioni imparziali”. Il primo ministro israeliano ha convocato i suoi avvocati in vista del rilascio da parte della polizia delle conclusioni sulle indagini che lo riguardano.  Lo dice il sito Ynet. Ieri la Corte Suprema ha respinto un ricorso che, se accettato, avrebbe impedito alla polizia di rendere pubbliche le conclusioni.

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