Lo studio, pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, potrà essere applicato ad altri oggetti simili della nostra galassia, per capirne la forma
Con la sua struttura a forma di fiore la Nebulosa Rosetta ha sempre attirato gli sguardi degli astronomi. E tutti erano interessati al buco nel cuore del bellissimo ammasso interstellare che ha lasciato gli scienzaiti a interrogarsi per decenni. Ora una spiegazione c’è: le simulazioni al computer dei ricercatori dell’Università di Leeds hanno mostrato che la causa è nella struttura della nebulosa, più piatta di quanto si credeva. Lo studio, pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, potrà essere applicato ad altri oggetti simili della nostra galassia, per capirne la forma.
La Nebulosa Rosetta si trova nella Via Lattea a circa 5.000 anni luce dalla Terra. È composta da un ammasso interstellare di polvere, idrogeno, elio e altri gas ionizzati, con diverse stelle di grandi dimensioni raggruppate al centro. Il vento stellare e le radiazioni emesse dalle stelle ne influenzano la forma, ma la dimensione e l’età del buco che si osserva al suo centro sono troppo piccole se messe a confronto con l’età delle stelle: “La cavità centrale dovrebbe essere dieci volte più grande”, ha spiegato Christopher Wareing, alla guida del gruppo.
Grazie a simulazioni al computer i ricercatori hanno scoperto che la forma della Nebulosa Rosetta non è quella di una sfera o di un disco molto spesso, ma piuttosto quella molto più sottile di un foglio, che spiega perfettamente le dimensioni della cavità. Le nove simulazioni sono state fatte nel Centro di Ricerca Computazionale Avanzata di Leeds e hanno richiesto circa mezzo milione di ore di elaborazione di un supercomputer: un computer normale avrebbe impiegato ben 57 anni.
Lo studio su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society