I danni del cambiamento climatico alla natura ormai sono noti. Ma se ne aggiunge un altro ancora poco noto. Alla vigilia di San Valentino, il Wwf racconta gli amori fra gli animali resi ‘impossibili’ o più difficili dal cambiamento climatico. In Antartide, da anni i pinguini imperatore non riescono più a trovare luoghi sicuri in cui riprodursi e nidificare, perché l’aumento delle temperature rende i ghiacci instabili, mettendo a rischio anche la sopravvivenza dei nuovi nati. Nell’Artico, la diminuzione della banchisa rende sempre più difficile per l’Orso Polare andare a caccia di cibo, ma anche trovare il proprio partner durante la stagione degli accoppiamenti.
Molte specie di uccelli hanno dovuto anticipare il periodo della riproduzione e di conseguenza la deposizione delle covate: è accaduto alle urie nord-americane, che in 10 anni hanno via via anticipato la riproduzione di ben 24 giorni, o ai fringuelli inglesi, insieme a molte altre specie di uccelli e farfalle: tutti costretti ad anticipare la data della riproduzione al crescere della temperatura primaverile.
Ci sono alcune specie che non riescono a riprodursi con successo in caso di temperature troppo elevate: i coralli, grazie al rilascio di milioni e milioni di gameti maschili e femminili, solitamente riescono a riprendersi anche dopo ondate di calore che ne causano la morte su ampie porzioni di barriera, ma il global warming li sta mettendo sotto pressione, causandone la scomparsa in intere aree. Il clima influisce anche sulla riproduzione di molte specie di pesci e rettili, come le tartarughe marine Caretta caretta. Il sesso della prole è determinato proprio in base alla temperatura. In caso di temperature più basse nasceranno più maschi che femmine, viceversa a temperature più alte. Se le temperature dovessero rimanere elevate per molti anni, le femmine nate non avranno maschi con cui riprodursi.