“Approfitto del fatto che è il mercoledì delle ceneri. Quindi, mi dolgo e mi pento. Mi cospargo il capo di quelle ceneri che domani saranno usate in tante chiese italiane per avviarsi alla Quaresima”. Così a Otto e Mezzo (La7) il leader della Lega, Matteo Salvini, porge le sue scuse alla presidente della Camera, Laura Boldrini, per averla paragonata a una bambola gonfiabile, durante un suo comizio a Soncino (Cremona). La candidata di Liberi e Uguali, dal canto suo, espone un cartello recante l’hashtag #donnenonbambolegonfiabili. “Ah, stasera parliamo coi cartelli”, commenta Salvini. “Certo” – risponde Boldrini – “sono hashtag. Faccio come lei, così ci capiamo meglio e facilitiamo la nostra comunicazione”. La polemica esplode quando il segretario leghista rivendica la necessità di mettere in galera gli stupratori. “Io invece li voglio fuori, anzi tutti a casa mia” – ironizza Laura Boldrini – “proprio come dicono i sindaci leghisti, come il sindaco di Pontinvrea Matteo Camiciottoli”. “Va bene, mi arrendo”, replica Salvini. “No, non si deve arrendere” – ribatte la presidente della Camera – “Se lei espone una bambola gonfiabile, poi pensa che i suoi militanti avranno rispetto per me? Le donne non sono bambole gonfiabili, Salvini. Lei così non fa altro che fomentare rabbia contro le donne”. Nel finale, Salvini augura a Boldrini di “raccogliere quello che ha seminato”. E aggiunge: “Abbiamo due scelte diverse di Italia. C’è quella un po’ confusa e rissosa gestita dal presidente della Camera”. “Si dice ‘dalla’” – corregge Boldrini – “Sono una donna. E’ grammatica italiana”. “Sì, va bene, mamma mia” – sbotta Salvini – “Sorrido perché la mia mamma mi dice sempre: ‘Sorridi, che sei buono’”. “Ecco”, commenta Boldrini, che esprime invece il suo auspicio: “Auguro a Salvini di liberarsi dall’ossessione dei migranti e di occuparsi un po’ di più degli italiani, visto che metà della sua pagina Facebook è dedicata esclusivamente agli immigrati. Alle elezioni gli italiani dovranno decidere tra due visioni del mondo completamente diverse. Salvini vuole portare il Paese ai tempi della nonna, cioè a una Italia chiusa e paurosa”. “Ma guardi che mia nonna stava bene” – insorge Salvini – “lei lasciava la porta di casa aperta. Adesso invece la nonna la rapinano”
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