Nessuna credibilità perduta: “Se avessi difeso questa gente, questo tema aveva un senso”. Arriva però il mea culpa: “Ho sbagliato a fidarmi dell’essere umano, ma c’è tempo per rimediare”. Luigi Di Maio si presenta al ministero dell’Economia per chiedere tutte le copie dei bonifici effettuati dai parlamentari M5s e annuncia che “le faremo vedere tutte, spero già oggi”, poi risponde alle critiche per il caso delle restituzioni che ha investito i pentastellati, con almeno 5 parlamentari finiti nel mirino per aver barato sulle donazioni al Fondo per il microcredito. “Noi abbiamo restituito decine di milioni di euro, gli altri hanno rubato milioni di euro”. Nessun chiarimento sull’addio al gruppo all’Europarlamento di David Borrelli, che dopo ore di silenzio ha risposto su Facebook parlando di “invenzioni fantasiose”.
“Credibilità è nella sacralità delle regole”
Di Maio si dice certo che “questa vicenda si trasformerà in un boomerang per gli altri partiti. Noi abbiamo restituito decine di milioni di euro, gli altri si sono mangiati decine di milioni di euro”, ha ribadito il candidato premier, confermando la lettura della vicenda data mercoledì da Beppe Grillo. Altro che mancanza di credibilità, dunque: “Se avessi difeso questa gente, magari l’avessi anche candidata ministro, questo tema aveva un senso – dice – Ma da noi chi fa il furbo viene messo fuori” mentre “dall’altra parte ci sono autisti di camorristi che vengono candidati. La credibilità sta nella garanzia che le regole sono sacre”. “Ho sbagliato a fidarmi dell’essere umano, ma c’è tempo per rimediare, queste persone sono state allontanate”. E sull’addio di Borrelli, un fulmine a ciel sereno? “Chiedete a lui, io non l’ho neanche sentito e non mi ha risposto neanche”.
Borelli: “Citate circostanze mai avvenute”
Rompendo un silenzio durato ore anche nei confronti dei vertici, l’europarlamentare vicinissimo a Davide Casaleggio – che martedì ha abbandonato il gruppo a Bruxelles ufficialmente per “motivi di salute” – ha scritto su Facebook: “Leggo nella rassegna stampa odierna che in alcuni giornali sono riportate invenzioni fantasiose, pure illazioni pesantemente diffamatorie – scrive di buon mattino su Facebook – che citano circostanze mai avvenute, e che mi indicano come autore di condotte che non ho mai tenuto. Ovviamente gli autori saranno chiamati a risponderne”. Nessun problema sulle restituzioni sembra sostenere Borrelli, il cui addio ha aperto un nuovo fronte nei giorni più difficili del Movimento.
Lezzi: “Caccia alle streghe, non è rimborsopoli”
La senatrice Barbara Lezzi, finita nel mirino de le Iene dice – prima a Radio 24 e poi a Mattino Cinque – di aver “risolto tutto”: “Stamattina ho sentito le Iene, posso inviare loro tutti gli estratti conto con gli addebiti regolarmente andati a buon fine. Ho le ricevute, quelle di quattro anni e mezzo fa non erano disponibili on line immediatamente, ma ora le ho avute e le ho mandate a Di Maio e allo staff del M5s”. Poi aggiunge: “Le Iene hanno fatto un grande lavoro di trasparenza, però mi devono far spiegare prima di accusare. C’è un clima di caccia alle streghe ma questa non è una rimborsopoli perché nessuno ha rubato niente, non c’è reato, nessuno ha preso soldi”. La parlamentare salentina è stata ‘salvata’ dai Cinque Stelle per un bonifico del 2014 non andato a buon fine, come ha spiegato lei stessa nelle scorse ore.
I dieci sospettati, Buccarella fuori
La sua situazione non è stata ritenuta “irregolare” dai vertici perché non c’era dolo in quel versamento respinto. Sorte diversa è toccata agli altri cinque parlamentari per i quali le verifiche hanno certificato rimborsi mancati. Dopo Andrea Cecconi e Carlo Martelli, i 5 Stelle hanno accertato irregolarità da parte di Ivan Della Valle, Emanuele Cozzolino e Maurizio Buccarella, che mercoledì ha incontrato Di Maio a Roma e in serata ha annunciato il suo addio al Movimento con un messaggio inviato ai colleghi pugliesi. Secondo le Iene, invece, i furbetti sarebbero di più, dieci almeno. Oltre ai nomi confermati dallo stesso Movimento, la fonte anonima del programma di Italia Uno anche Silvia Benedetti, Massimiliano Bernini, Elisa Bulgarelli, Giulia Sarti e Lezzi, appunto, avrebbero “falsificato le restituzioni di parte degli stipendi al Fondo per il microcredito”.