di Franco Valenzano
“Onestà! Onestà!”. È stata sbandierata tanto, in ogni occasione. Non è mancata neppure ai funerali di Gianroberto Casaleggio. Bene, ora occorre essere il più possibile ligi nel verificare che quel precetto sia stato davvero osservato, fino in fondo. Certo, sarebbe stato meglio essere più puntuali e costanti nei controlli, fin da principio. Se vuoi davvero rappresentare un modello nuovo nel fare politica, poi ti ci devi attenere scrupolosamente. Di Maio lo ha capito. Al Movimento 5 stelle non si possono e non si devono fare sconti. Ancora una volta e ancor più di qualsiasi altra forza politica con gli archivi infarciti di atti ben peggiori. Paradossale? No. È l’Italia, bellezza. Ove, dopo più di un secolo e mezzo, vi sono ancora da fare gli italiani. Sono le azioni e i fatti che educano. Servono modelli virtuosi, positivi, da portare ad esempio.
Oggi, più che mai, se ne avverte il bisogno. Dopo decenni di una classe politica ripiegata su se stessa, autoreferenziale, che ha usato il Paese come una sua dépendance, che non ha disdegnato legami e patti con organizzazioni malavitose, finalmente una forza politica che mette in atto azioni concrete per far pulizia al suo interno, perfino nei confronti di coloro che si sono “rubati” i loro soldi. Chiunque siano. È una finestra aperta all’aria fresca e pura di montagna che irrompe a dar sollievo allo scenario stantio e mefitico di un agone politico malato, vecchio, complice e sfacciatamente impegnato nei disinvolti giri di valzer di sempre.
Il “vento”, a Roma e nel Paese, è arduo da cambiare. Vi sono prima gli italiani da cambiare, specchio fedele di una classe politica finora ampiamente aderente e meritata.
Basta uscire dai patri confini per rendersi conto dello stato in cui versano le città di quei Paesi ove le responsabilità del bene comune sono condivise anche dai Cittadini. Collaborano attivamente, fanno la loro parte, non gettano a caso i rifiuti. Non utilizzano più posate e piatti in plastica, ma solo di carta. Da tempo, ormai, non se ne trovano nei negozi. Recuperano tutto, rispettano strade, biciclette, ambiente. Le acque dei laghi austriaci sono tutte potabili. Basta andare in Austria, Germania, Svizzera per rendersene conto. Sono gli stessi “barbari” che un tempo avevamo civilizzato. Si può fare, quindi. Ci vorrà tempo.
Da qualcosa, anche di apparentemente piccolo, bisogna pur iniziare. Di Maio parte con il piede giusto. Aggiungo, formare adeguatamente al pacato dibattito (modello gandhiano) chiunque all’interno del M5S, allontanando i “Grillones” aggressivi. Il suo zelo trasforma un passo falso in un modello virtuoso. Ma, attenzione, ben sapendo che anche questo a nulla servirà. Né nel breve, né nel medio periodo. I fucili puntati comunque resteranno puntati e.. pronti a fare fuoco alla minima occasione. I detrattori a oltranza, distesi all’ombra del padrone, in tutto e per tutto identici alle tifoserie da stadio, vezzo ormai sconfinato in politica e nel giornalismo, tipicamente incapaci di vedere la trave nel loro occhio (o in quello del padrone) e prontissimi a indicare la pagliuzza in quello altrui non spariranno, né nel breve, né nel medio periodo.
Pochi i media, i giornali in cui si critica con serietà, a 360 gradi, consapevoli dell’importanza che in gioco vi sono i destini di persone umane. In uno strabismo generalizzato, giornalismo e politica, divengono colori, si confondono con il calcio, si tifa il partito come fosse la propria squadra. È così da quando un “Unto dal Signore” scese in campo con sue telecamere, suoi giornalisti, suoi giocatori. Con sue nuove precise indicazioni: demonizzazione delle forze avversarie e campagne acquisti al loro interno. Dare sulla voce nei dibattiti. Guai a livello giudiziario.
Oggi è un modello per il 15% di italiani. Non cambieranno, né nel breve, né nel medio periodo. Ma nel lungo periodo, il tuo zelo darà i suoi frutti.
Buon lavoro, Luigi.
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