Una mano rugosa con due fedi nello stesso dito, un bagno dove restano ancora due spazzolini, una casa silenziosa dai mobili antichi – una pendola, un crocifisso – dove un anziano si aggira, sfiorando i vestiti di una donna che non c’è più, le sue foto, i piccoli aerei di carta che lei faceva. Si chiama “Nexŭs- Una storia d’amore”, ed è il video che il film maker quarantenne Michele Pastrello ha realizzato per San Valentino, in contrasto con una festa divenuta, a suo dire, consumista, posticcia, stucchevole: “Cosa resta di San Valentino, che tra l’altro, anche se nessuno lo ricorda, è una festa istituita dalla Chiesa nel 400 d.c. per combattere le orge dei lupercali e poco c’entra con gli innamorati? Frasi fatte, poesie spicce con fotomodelle di certi ex youtubers, foto fashion con aforismi posticci delle influencer. Nexŭs invece, che significa in latino ‘legame’, ha come protagonista una persona anziana che non ha la rassicurante telegenia di Richard Gere. E soprattutto lega il termine amore alla perdita, come fossero indissolubili, e di questa unione ne esalta la bellezza quanto il rischio”.
Pastrello racconta anche l’iter complicato del video, la ricerca di canali dove pubblicarlo. Ricerca resa difficile, appunto, dal fatto che Nexŭs esce dai canoni tradizionali e stereotipati con cui i media raccontano l’amore. “Alcune note testate online che si occupano di ‘lifestyle’ e ‘coppia’”, confida il regista, “lo hanno trovato non idoneo al proprio pubblico, come se il loro pubblico fosse fatto di donne da romanzo rosa da non turbare. O forse preferiscono ’costringerle’ a questo, non saprei”.
Nato in Veneto, a Treviso, città e regione a cui è attaccatissimo, Pastrello produce microfilm per aziende e associazioni tutti realizzati nella sua terra e senza che all’interno sia pronunciata una sola parola. “La mia sfida, nell’epoca dei video lampo, è questa: una manciata di minuti, solo musica, i rumori e il tentativo di raccontare la condizione umana”. Tre sono i lavori realizzati negli ultimi due anni. Desktop (che parla di connessioni o anime gemelle), Awakenings (una riflessione energica sul riscatto per “il non detto, il non fatto, il perduto ed il desiderato”) e Sensorium Dei (termine usato da Isaac Newton, è un microfilm che parla della continua ricerca umana di un proprio senso). “Tutti lavori che chiedono allo spettatore web uno sforzo, non sono di facile fruizione”, spiega, “pur non essendo neppure videoarte di nicchia. È un cross di linguaggi, concepiti proprio per essere pubblicati direttamente online. Dell’agonismo da film festival, per ora, non sono interessato, anche se in passato ho partecipato a tantissimi festival e ricevuto molti riconoscimenti”.
Nexŭs è stato realizzato nella casa natale del regista, e l’anziano protagonista è suo padre, anche se la storia è immaginaria. Immaginaria, precisa Pastrello, ma comune a molti. “Prima o poi tutti soffriamo di un amore perduto. Ma il tema qui, in Nexŭs, non è tanto, o solo, il dolore, ma sono soprattutto le tracce del sentimento: è la sua memoria, è la cura, è l’attesa. Del continuare ad amare nonostante il destino si sia infrapposto all’unione”.