I fatti di Macerata lasciano il segno sulla Lega. La vicenda dei rimborsi del fondo delle Piccole e medie imprese lascia il suo sul Movimento Cinque Stelle. Tuttavia i sondaggi di questi giorni non dicono niente di quello che ci si può aspettare. Il partito di Salvini, infatti, guadagna dopo il caso di Luca Traini e dopo la marcia antifascista. Il M5s perde solo qualche decimale dopo lo scandalo dei bonifici dei parlamentari, emessi e poi revocati. Tendenze che sono indicate da tre diversi istituti di sondaggio: Noto Sondaggi per #Cartabianca e Euromedia Research e Piepoli per Porta a Porta. In ogni caso, mentre il Pd perde altro terreno e ormai per quasi tutti gli istituti non si schioda dal 22, sono movimenti che vanno nella direzione di rafforzare ulteriormente il centrodestra. La coalizione di Berlusconi, Salvini e Meloni ha chiaro l’obiettivo determinante per ottenere la maggioranza: una battaglia voto su voto al Sud contro i Cinquestelle. Uno “scontro all’arma bianca”, secondo i sondaggisti, che si concentrerà per Nicola Piepoli nella zona adriatica del Meridione e per Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia, coinvolge almeno 28 collegi distribuiti tra Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e anche Sicilia. In quelle zone, insomma, si giocherebbe la finalissima. Tutti ragionamenti che stanno insieme a un’altra cifra significativa fornita da Antonio Noto a #CartaBianca: ci sono 10 milioni di elettori indecisi, cioè coloro che non sanno se votano e cosa. “Un dato importante – ha spiegato Noto – perché abbiamo visto come sono stati determinanti gli ultimi 4 giorni sia alle Europee del 2014, a beneficio del Pd, sia alle Politiche del 2013, a beneficio del M5s”.
Euromedia: il centrodestra sfiora il 39, Forza Italia il 18
La coalizione del centrodestra, di sicuro, staziona tra il 37 e il 39 per cento con tendenze in aumento. Forza Italia è il primo partito della coalizione: per Noto e Piepoli è al 16, per Euromedia si avvicina al 18, dato impensabile fino a un anno fa (e per giunta non lontano dal 22 del Pd). Segue la Lega Nord che oscilla tra il 13 e il 14 a seconda degli istituti. Stabilizzato anche il valore dei Fratelli d’Italia, che stanno nella forbice tra il 4,5 e il 5,5. Per il momento sembra dover combattere ancora la cosiddetta “quarta gamba” del centrodestra, cioè Noi con l’Italia-Udc, per arrivare alla soglia di sbarramento del 3, che per Euromedia e Piepoli è ancora lontana di diversi decimali e per Noto invece comincia a essere più concreta. Non è cosa da niente: da questo potrebbe dipendere la formazione o meno di una maggioranza di centrodestra.
Il Pd è in calo, se non in caduta, per tutt’e tre gli istituti di sondaggio: Noto e Euromedia confermano il valore dei democratici al 22 per cento, Piepoli lo assesta al 25. Comunque sia, secondo Alessandra Ghisleri, intervenuta durante Porta a Porta, il Pd ha pagato gli episodi di questi giorni a Macerata per il fatto di essere un partito di governo, da una parte, e di “non aver avuto una visione“, dall’altra. “E poi in generale una campagna elettorale appannata, che si concentra più sugli altri che sulle proprie idee. E’ vero che i numeri dell’economia sono cambiati, ma la gente non lo sente”. Qualcosa di quei voti in uscita dal Pd sono recuperati dagli alleati di coalizione, con PiùEuropa di Emma Bonino e Bruno Tabacci che – in salita – galleggia sotto al 3 per cento (2, 2,5, 2,8 a seconda degli istituti), la Civica Popolare di Beatrice Lorenzin tra il mezzo punto di Euromedia e Piepoli e il 2 di Noto e Insieme (Verdi, socialisti, ex prodiani) tra lo 0,7 e l’1. Il centrosinistra tutto insieme viene dato tra il 26 e il 29, il che fa capire come sia lontana una maggioranza autonoma.
Resta la prima forza il Movimento Cinque Stelle che – dopo il caos sui bonifici mai partiti che ha coinvolto diversi parlamentari e dirigenti – mantiene il suo patrimonio di preferenze, tra il 27 e il 28, peraltro con tendenze contraddittorie (lieve calo per Euromedia e Piepoli, aumento per Noto Sondaggi). La spiegazione, sottolinea ancora la Ghisleri, è che non c’è solo uno zoccolo duro di elettori che è talmente fidelizzato e quasi ultras da non cambiare idea, ma anche il fatto che il M5s è un partito che espelle facilmente chi sbaglia, quindi con un’operazione di immediata autoripulitura.
Mostra molte facce il partito di Liberi e Uguali: Euromedia lo dà in salita al 6,1, Piepoli lo dà in discesa al 6, Noto lo dà in caduta libera addirittura al 4,5 (il valore più basso tra tutte le rilevazioni di queste settimane).
L’ultimo cenno lo meritano i mini-partiti non coalizzati che cercano di raggiungere la soglia del 3 per cento, cioè CasaPound (destra) e Potere al Popolo (sinistra). La formazione neofascista viene accreditata di una forbice di voti tra lo 0,5 e lo 0,8. I comunisti, invece, secondo Noto possono arrivare all’1 per cento e molto probabilmente è lì che finiscono le preferenze perse in queste settimane da Liberi e Uguali. A sorpresa il Popolo della Famiglia e la lista “10 volte meglio” per Noto Sondaggi possono raccogliere mezzo punto percentuale.
Detto tutto questo, resta solo lo scenario sui seggi che hanno elaborato Euromedia e Piepoli. Per l’istituto della Ghisleri il centrodestra può contare su un insieme di 273 deputati, somma dei 155 eletti col proporzionale e 118 con l’uninominale. Per Piepoli l’alleanza Fi-Lega-Fdi può raggiungere quota 281. In ogni caso resta lontano (più che per altri istituti, come Ixè) il numero magico dei 316. Va precisato che per Euromedia ci sono 28 collegi incerti, tutti al Sud. Anche se i candidati delle destre li vincessero tutti, non si produrrebbe una maggioranza.
Al Senato la situazione è identica perché per Euromedia il centrodestra arriva a 138, mentre per Piepoli al 134. Anche qui la Ghisleri indica 11 seggi ancora incerti ma comunque non immediatamente decisivi per il raggiungimento di una maggioranza.
Di sicuro sono lontane dalla maggioranza tutte le altre coalizioni e formazioni politiche. Il centrosinistra arriverebbe a una forbice tra 156 e 166 seggi a Montecitorio e tra 79 e 91 al Senato. La stragrande parte di questi seggi andrebbero al Partito Democratico perché i candidati di altri partiti corrono in collegi molto complimenti e perché nel proporzionale nessuno dei tre partiti alleati riescono a toccare la soglia del 3 per cento, ma supereranno l’1 e in questo caso i loro voti si redistribuiscono su tutte le altre forze politiche della coalizione che superano il 3: ossia il solo Pd.
I Cinquestelle del nuovo Parlamento dovrebbero essere tra i 134 e i 145 alla Camera e tra 68 e 72 al Senato. Liberi e Uguali – e questo è un dato in linea con tutti gli istituti – eleggerebbero oggi 26 deputati e 12 senatori.
Elezioni Politiche 2018
Sondaggi, la Lega aumenta dopo i fatti di Macerata. Il M5s non perde niente dopo lo scandalo rimborsi. Il Pd cala ancora
I dati di Noto Sondaggi per #Cartabianca e Euromedia e Piepoli per Porta a Porta. Confermato lo scontro "finale" nei collegi del Sud, con 10 milioni di elettori ancora indecisi e che potrebbero essere decisivi. Ma gli elettorati sono sempre più fidelizzati: Carroccio e Cinquestelle non sono penalizzati dai fatti di cronaca. I valori di tutti i partiti, compresi CasaPound e Potere al Popolo
I fatti di Macerata lasciano il segno sulla Lega. La vicenda dei rimborsi del fondo delle Piccole e medie imprese lascia il suo sul Movimento Cinque Stelle. Tuttavia i sondaggi di questi giorni non dicono niente di quello che ci si può aspettare. Il partito di Salvini, infatti, guadagna dopo il caso di Luca Traini e dopo la marcia antifascista. Il M5s perde solo qualche decimale dopo lo scandalo dei bonifici dei parlamentari, emessi e poi revocati. Tendenze che sono indicate da tre diversi istituti di sondaggio: Noto Sondaggi per #Cartabianca e Euromedia Research e Piepoli per Porta a Porta. In ogni caso, mentre il Pd perde altro terreno e ormai per quasi tutti gli istituti non si schioda dal 22, sono movimenti che vanno nella direzione di rafforzare ulteriormente il centrodestra. La coalizione di Berlusconi, Salvini e Meloni ha chiaro l’obiettivo determinante per ottenere la maggioranza: una battaglia voto su voto al Sud contro i Cinquestelle. Uno “scontro all’arma bianca”, secondo i sondaggisti, che si concentrerà per Nicola Piepoli nella zona adriatica del Meridione e per Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia, coinvolge almeno 28 collegi distribuiti tra Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e anche Sicilia. In quelle zone, insomma, si giocherebbe la finalissima. Tutti ragionamenti che stanno insieme a un’altra cifra significativa fornita da Antonio Noto a #CartaBianca: ci sono 10 milioni di elettori indecisi, cioè coloro che non sanno se votano e cosa. “Un dato importante – ha spiegato Noto – perché abbiamo visto come sono stati determinanti gli ultimi 4 giorni sia alle Europee del 2014, a beneficio del Pd, sia alle Politiche del 2013, a beneficio del M5s”.
Euromedia: il centrodestra sfiora il 39, Forza Italia il 18
La coalizione del centrodestra, di sicuro, staziona tra il 37 e il 39 per cento con tendenze in aumento. Forza Italia è il primo partito della coalizione: per Noto e Piepoli è al 16, per Euromedia si avvicina al 18, dato impensabile fino a un anno fa (e per giunta non lontano dal 22 del Pd). Segue la Lega Nord che oscilla tra il 13 e il 14 a seconda degli istituti. Stabilizzato anche il valore dei Fratelli d’Italia, che stanno nella forbice tra il 4,5 e il 5,5. Per il momento sembra dover combattere ancora la cosiddetta “quarta gamba” del centrodestra, cioè Noi con l’Italia-Udc, per arrivare alla soglia di sbarramento del 3, che per Euromedia e Piepoli è ancora lontana di diversi decimali e per Noto invece comincia a essere più concreta. Non è cosa da niente: da questo potrebbe dipendere la formazione o meno di una maggioranza di centrodestra.
Il Pd è in calo, se non in caduta, per tutt’e tre gli istituti di sondaggio: Noto e Euromedia confermano il valore dei democratici al 22 per cento, Piepoli lo assesta al 25. Comunque sia, secondo Alessandra Ghisleri, intervenuta durante Porta a Porta, il Pd ha pagato gli episodi di questi giorni a Macerata per il fatto di essere un partito di governo, da una parte, e di “non aver avuto una visione“, dall’altra. “E poi in generale una campagna elettorale appannata, che si concentra più sugli altri che sulle proprie idee. E’ vero che i numeri dell’economia sono cambiati, ma la gente non lo sente”. Qualcosa di quei voti in uscita dal Pd sono recuperati dagli alleati di coalizione, con PiùEuropa di Emma Bonino e Bruno Tabacci che – in salita – galleggia sotto al 3 per cento (2, 2,5, 2,8 a seconda degli istituti), la Civica Popolare di Beatrice Lorenzin tra il mezzo punto di Euromedia e Piepoli e il 2 di Noto e Insieme (Verdi, socialisti, ex prodiani) tra lo 0,7 e l’1. Il centrosinistra tutto insieme viene dato tra il 26 e il 29, il che fa capire come sia lontana una maggioranza autonoma.
Resta la prima forza il Movimento Cinque Stelle che – dopo il caos sui bonifici mai partiti che ha coinvolto diversi parlamentari e dirigenti – mantiene il suo patrimonio di preferenze, tra il 27 e il 28, peraltro con tendenze contraddittorie (lieve calo per Euromedia e Piepoli, aumento per Noto Sondaggi). La spiegazione, sottolinea ancora la Ghisleri, è che non c’è solo uno zoccolo duro di elettori che è talmente fidelizzato e quasi ultras da non cambiare idea, ma anche il fatto che il M5s è un partito che espelle facilmente chi sbaglia, quindi con un’operazione di immediata autoripulitura.
Mostra molte facce il partito di Liberi e Uguali: Euromedia lo dà in salita al 6,1, Piepoli lo dà in discesa al 6, Noto lo dà in caduta libera addirittura al 4,5 (il valore più basso tra tutte le rilevazioni di queste settimane).
L’ultimo cenno lo meritano i mini-partiti non coalizzati che cercano di raggiungere la soglia del 3 per cento, cioè CasaPound (destra) e Potere al Popolo (sinistra). La formazione neofascista viene accreditata di una forbice di voti tra lo 0,5 e lo 0,8. I comunisti, invece, secondo Noto possono arrivare all’1 per cento e molto probabilmente è lì che finiscono le preferenze perse in queste settimane da Liberi e Uguali. A sorpresa il Popolo della Famiglia e la lista “10 volte meglio” per Noto Sondaggi possono raccogliere mezzo punto percentuale.
Detto tutto questo, resta solo lo scenario sui seggi che hanno elaborato Euromedia e Piepoli. Per l’istituto della Ghisleri il centrodestra può contare su un insieme di 273 deputati, somma dei 155 eletti col proporzionale e 118 con l’uninominale. Per Piepoli l’alleanza Fi-Lega-Fdi può raggiungere quota 281. In ogni caso resta lontano (più che per altri istituti, come Ixè) il numero magico dei 316. Va precisato che per Euromedia ci sono 28 collegi incerti, tutti al Sud. Anche se i candidati delle destre li vincessero tutti, non si produrrebbe una maggioranza.
Al Senato la situazione è identica perché per Euromedia il centrodestra arriva a 138, mentre per Piepoli al 134. Anche qui la Ghisleri indica 11 seggi ancora incerti ma comunque non immediatamente decisivi per il raggiungimento di una maggioranza.
Di sicuro sono lontane dalla maggioranza tutte le altre coalizioni e formazioni politiche. Il centrosinistra arriverebbe a una forbice tra 156 e 166 seggi a Montecitorio e tra 79 e 91 al Senato. La stragrande parte di questi seggi andrebbero al Partito Democratico perché i candidati di altri partiti corrono in collegi molto complimenti e perché nel proporzionale nessuno dei tre partiti alleati riescono a toccare la soglia del 3 per cento, ma supereranno l’1 e in questo caso i loro voti si redistribuiscono su tutte le altre forze politiche della coalizione che superano il 3: ossia il solo Pd.
I Cinquestelle del nuovo Parlamento dovrebbero essere tra i 134 e i 145 alla Camera e tra 68 e 72 al Senato. Liberi e Uguali – e questo è un dato in linea con tutti gli istituti – eleggerebbero oggi 26 deputati e 12 senatori.
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(Adnkronos) - La Roma batte la Lazio per 2-0 e si aggiudica il derby del 5 gennaio 2025, valido per la 19esima giornata della Serie A. I giallorossi si impongono con i gol di Pellegrini (10') e Saelemakers (18'). Il successo consente alla formazione allenata da Ranieri di salire a 23 punti, a metà classifica. La Lazio rimane a quota 35 punti, al quarto posto, e perde la chance di guadagnare terreno su Juventus e Fiorentina, appaiate a 32.
Ranieri per il derby sceglie, un po' a sorpresa, Pellegrini dal 1' a supporto di Dybala e Dovbyk. In mezzo al campo Konè e Paredes, e sulle corsie laterali confermati Saelemakers e Angelino. Baroni dall'altra parte opta per Isaksen preferito a Tchaouna a destra per completare la trequarti con Dele-Bashiru e Zaccagni. In avanti Castellanos.
Al 3' Koné si libera al limite dell'area e conclude con un destro a giro ma è bravo Provedel a respingere in angolo. La Lazio prova a reagire e al 5' Tavares serve Isaksen ma la conclusione viene ribattuta due volte e sulla respinta Marusic manda alto sopra la traversa. Al 10' la Roma passa: grande ripartenza dei giallorossi con Dybala che allarga, poi la palla arriva al limite a Pellegrini che con un tiro a giro di gran classe batte Provedel per l'1-0. La Lazio accusa il colpo e la Roma prova ad affondare.
Al 13' iniziativa personale di Hummels che conduce palla per diversi metri prima di concludere verso lo specchio ma la palla viene deviata in angolo. Al 17' la squadra di Baroni prova a reagire con Isaksen ma il rasoterra è troppo lento.
Al 18' la Roma raddoppia: sul rinvio di Svilar arriva la sponda di Dovbyk per Dybala si presenta al limite dell'area e scarica per Saelemakers che conclude di destro, Provedel respinge ma sulla respinta il belga deposita in rete il gol del 2-0. I biancocelesti continuano a fare girare il pallone per trovare lo spazio giusto e al 22' Dele-Bashiru semina il panico sulla trequarti prima di concludere verso la porta ma è decisivo l'intervento di N'Dicka. Al 38' ancora Lazio pericolosa con Isaksen che devia il cross di Tavares ma la sua spizzata termina al lato.
Ad inizio ripresa Baroni cambia e inserisce Tchaouna e Dia per Isaksen e Dele-Bashiru. La Lazio spinge e sfiora il gol al 48' con Castellanos su cui è attento Svilar e al 50' con Guendouzi che dalla lunga distanza lascia partire un mancino, deviato, su cui Svilar si invola a manda in angolo. La squadra di Ranieri dopo i primi minuti di difficoltà sfiora il tris al 58' ancora con Pellegrini che tenta la conclusione di mancino ma è bravo Provedel a respingere e bloccare su un successivo rimpallo. La Lazio riprende a spingere e Hummels salva su Zaccagni entrato in area dopo aver saltato Mancini.
Al 60' enorme occasione per i biancocelesti con Tchaouna, ben servito da Dia di testa, davanti a Svilar tocca male e va a colpire la parte alta della traversa. Al 65' ancora Lazio pericolosa, questa volta con Tchaouna che di tacco prova a servire Castellanos ma decisivo Hummels in copertura. Poi Ranieri cambia Pellegrini e Saelemakers inserendo Pisilli ed El Shaarawy.
La pressione della Lazio non accenna ad affievolirsi e al 69' Castellanos conclude da posizione defilata ma è attento Svilar. Ranieri cerca forze fresche e toglie Dybala e Dovbyk per Baldanzi e Shomurodov. Al 76' la Roma si salva ancora sull'ennesimo spunto di Tchaouna che crossa per Zaccagni che è bravo a servire Dia a due passi dalla porta ma è decisivo l'intervento di N'Dicka. Al 79' altra perentoria azione di Tavares che entra in area e conclude di sinistro ma il suo tiro termina di pochissimo al lato. Finale concitato e nervoso con rissa finale e Lazio che chiude in dieci uomini per l'espulsione di Castellanos. La Roma vince il derby, la squadra che va tutta sotto la Sud a ricevere l'abbraccio del pubblico giallorosso.
Perugia, 5 gen. (Adnkronos) - Ha sparato con la pistola di servizio (Glock 17 cal. 9) regolarmente detenuta un colpo alla moglie 29enne, romena, per poi spararsi alla tempia. Sono i dettagli emersi dalla ricostruzione dell'omicidio-suicidio avvenuto questa mattina a Gualdo Tadino, nella frazione Gaifana, in una abitazione in via degli Ulivi.
L'uomo, una guardia giurata di 38 anni, è stato trovato senza vita accanto alla vittima. I rilievi ancora in corso, a cura della Sezione rilievi del Nucleo Investigativo di Perugia e Compagnia Carabinieri di Gubbio, confermano la dinamica. Secondo gli investigatori, il movente sarebbe legato a dissidi coniugali. Sul posto il medico legale e il sostituto procuratore di turno.
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Una pronuncia del Consiglio regionale della Sardegna sulla decadenza della presidente della Regione Alessandra Todde per presunte irregolarità sul rendiconto delle spese elettorali non è ipotizzabile nell'immediato. "Secondo la Corte costituzionale (sent. 387/1996) la questione della pronuncia del Consiglio regionale sulla decadenza si porrà solo nel momento in cui il provvedimento diventerà 'definitivo'". A indicare la significativa sentenza della Consulta è il professore ordinario di Diritto pubblico all'università di Roma Tor Vergata, Giovanni Guzzetta che, analizzando all'Adnkronos una vicenda ingarbugliata sia sul fronte politico che giudiziario, rileva anche che"il giudizio del Consiglio regionale è sempre sindacabile in sede giurisdizionale".
Pertanto, "immaginando che la Presidente della Regione Sardegna impugni effettivamente l’atto, sul piano giudiziario i tempi non saranno brevi: la lunghezza dei tempi si trasforma in una prolungata spada di Damocle 'politica' sulla Presidente e sulla sua legittimazione. E qui, subentrano tutte le valutazioni di opportunità che non spetta a me fare".
Secondo il costituzionalista, "la vicenda è molto complessa perché ha evidentemente implicazioni politiche e giuridiche ma le letture appaiono molto semplificate e assertive". "Sul piano politico - analizza - ci troviamo di fronte ad una ordinanza-ingiunzione che contesta gravi violazioni della disciplina in materia di spese elettorali e relativa rendicontazione. In base alla legislazione vigente applicabile anche alla regione Sardegna, a seguito dell’accertamento di tali violazioni consegue anche la sanzione accessoria della decadenza, in quanto si concretizza una causa di ineleggibilità del consigliere regionale che si riflette sulla carica di presidente della Regione, perché, in base alla disciplina vigente ribadita dalla stessa legislazione sarda, il Presidente non può non essere anche membro del consiglio regionale. Sul piano politico la rilevanza della questione, e quindi le conseguenze in termini di opportunità, sono rimesse alle valutazioni degli interessati e al dibattito politico".
"Sul piano giuridico quello che succede è che il provvedimento, che è immediatamente esecutivo, è comunque un provvedimento amministrativo, sebbene adottato da un organo particolarmente autorevole in quanto istituito presso la Corte d’Appello e presieduto dal Presidente della Corte d’Appello. A tale provvedimento si può fare opposizione davanti al giudice ordinario, cui spetta anche decidere se sospenderne o meno l’esecutività. Secondo la Corte costituzionale (sent. 387/1996) la questione della pronuncia del Consiglio regionale sulla decadenza si porrà nel momento in cui il provvedimento diventerà “definitivo” (cioè una volta esauriti i gradi di giudizio di impugnazione dell’ordinanza o qualora tale impugnazione non ci sia, nei termini di 30 giorni dall’adozione del provvedimento). Da questa sentenza della Corte costituzionale sembrerebbe dunque che fino a quel momento il Consiglio non possa pronunciarsi, anche se il provvedimento del Collegio regionale di Garanzia rimanesse esecutivo".
Guzzetta osserva che "in questa prospettiva, immaginando che la Presidente della Regione Sardegna impugni effettivamente l’atto bisognerà attendere i vari gradi di giudizio e potrebbero passare mesi. Nel momento in cui il provvedimento, confermato dai giudici, divenisse effettivamente definitivo spetterebbe al Consiglio regionale dichiarare la decadenza. Sui poteri del Consiglio in questa materia c’è molta confusione, perché si tende a pensare in modo analogo a quello che vale per le Camere. Ma c’è una fondamentale differenza. Le Camere sono organi costituzionali e la Costituzione riserva a esse in via esclusiva la valutazione della decadenza. Lo stesso principio non vale per i Consigli regionali, le cui deliberazioni sono impugnabili davanti al giudice ordinario secondo i principi generali che valgono in questa materia, peraltro ribaditi dalla stessa legge statutaria della regione Sardegna 2007 articolo 26 comma 9. Questo vuol dire che i margini di valutazione dei Consiglio regionale sono comunque più ristretti, perché le loro scelte sono sindacabili quanto al rispetto delle norme sulla decadenza".
"Il controllo del Consiglio regionale, dunque, è vincolato dal quadro normativo e non può ritenersi politicamente libero. Il che non vuol dire che il suo voto sia una formalità (possono essere rilevati vizi procedurali ad esempio), ma certo la valutazione non è meramente politica. Né la legge ordinaria potrebbe riconoscere ai consigli regionali quella garanzia di insindacabilità degli atti che è assicurata dalla Costituzione alle Camere - sottolinea il professore di Tor Vergata - Questo peraltro vale per tutti i casi in cui i Consigli regionali accertino cause di decadenza. Le dichiarazioni di decadenza sono impugnabili davanti al giudice ordinario. Al limite possono ipotizzarsi anche dei conflitti di attribuzione davanti alla Corte costituzionale tra Regione e autorità giudiziaria".
"Sul piano giudiziario, dunque, i tempi non saranno brevi.Sul piano politico, ovviamente, la lunghezza dei tempi si trasforma in una prolungata spada di Damocle 'politica' sulla Presidente e sulla sua legittimazione. E qui, subentrano tutte le valutazioni di opportunità che non spetta a me fare", conclude il costituzionalista. (di Roberta Lanzara)
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Papa Francesco ha ricevuto una targa con riflessioni su Gesù da parte della Guida suprema iraniana, l'Ayatollah Ali Khamenei. Secondo quanto rende noto l'agenzia di stampa Irna, la targa è stata consegnata al Pontefice dall'ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, Mohammad Hossein Mokhtari, ricevuto nei giorni scorsi.
''Se Gesù fosse tra noi oggi - scrive Khamenei - non esiterebbe un attimo a combattere i leader dell'oppressione e dell'arroganza globale. Non tollererebbe la fame e lo sfollamento di miliardi di persone spinte dalle potenze egemoniche verso la guerra, la corruzione e la violenza".
Partendo dal fatto che ''l'importanza di Gesù per i musulmani non è senza dubbio inferiore alla sua importanza e stima agli occhi dei devoti cristiani'', il testo sottolinea che ''questo grande profeta divino ha trascorso tutto il suo tempo tra il popolo in lotta per opporsi all'oppressione, all'aggressione e alla corruzione'' e ''a coloro che usavano la loro ricchezza e il loro potere per schiavizzare le nazioni e trascinarle nell'inferno di questo mondo e dell'aldilà''.
Nelle riflessioni di Khamenei è contenuto un invito: ''Cristiani e musulmani che credono in questo grande profeta devono rivolgersi ai suoi insegnamenti per stabilire un giusto ordine mondiale. Devono promuovere le virtù umane come sono state insegnate da questi maestri dell'umanità''. Quindi, prosegue il testo, ''per essere un seguace di Gesù Cristo bisogna sostenere la verità e rifiutare i poteri che vi si oppongono. Si spera che i cristiani e i musulmani in ogni angolo del mondo manterranno viva questa profonda lezione del profeta Gesù nelle loro vite e azioni'', auspica il leader iraniano.
Perugia, 5 gen. (Adnkronos) - Marito e moglie sono stati trovati morti nell'abitazione nella quale vivevano a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che indagano sull'ipotesi di omicidio-suicidio. Da una prima ricostruzione si tratta di una coppia giovane, i due avevano una trentina di anni. L'uomo, dai primissimi accertamenti, avrebbe ucciso la donna per poi togliersi la vita.
Milano, 5 gen. (Adnkronos) - Sono in corso le indagini dei carabinieri per fare luce sulla morte di un 28enne marocchino trovato morto ieri sera a Cisliano in provincia di Milano. E' stato un passante ieri a chiamare il 112 dopo aver notato un uomo riverso sul ciglio della strada in via Regina Elena, quasi all'incrocio con una strada provinciale. Sul posto sono intervenuti, insieme al 118, i carabinieri di Bareggio e Magenta che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. A quanto si apprende si indaga per omicidio perché, da una prima ispezione del medico legale, è emersa sul cadavere una lesione all'addome inferiore compatibile con un'azione violenta. Tuttavia sarà l'autopsia a fare definitivamente chiarezza.
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Visita lampo di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, dove la premier ha incontrato il presidente eletto degli Usa Donald Trump. Dopo circa 5 ore dal suo arrivo a Palm Beach, la premier è risalita sul volo che la sta riconducendo a Roma.