Il presidente del Sudafrica Jacob Zuma ha annunciato in serata le sue dimissioni “con effetto immediato”. Se il presidente del Sudafrica, travolto dagli scandali, non si fosse dimesso entro la notte, giovedì alle 14 sarebbe stato comunque sfiduciato in parlamento. Il piano del partito di governo Anc, che lo ha abbandonato, è quello di eleggere immediatamente il suo successore: l’attuale vicepresidente e nuovo leader dello stesso African National Congress, Cyril Ramaphosa.
Zuma, che da settimane vacilla politicamente sotto la spinta della maggioranza del partito, che vuole presentarsi alle elezioni presidenziali del 2019 con la faccia pulita di Ramaphosa, aveva replicato alle accuse con un’intervista in tv in cui ha sfogato la propria amarezza e negato il peso di oltre 700 scandali che vanno da un’inchiesta per illeciti in vendite di armi di vent’anni fa alla ristrutturazione dorata (con fondi pubblici) di una sua residenza.
“Perché dovrei essere convinto a dimettermi? Ho fatto qualcosa di male?”, aveva chiesto retoricamente il 75enne presidente, al potere dal 2009 di una delle maggiori economie del continente africano. “Non hanno potuto provare cosa io abbia fatto” di male, ha sostenuto. Il presidente, nel sottolineare di sentirsi una “vittima”, aveva di considerare “molto, in un certo senso, ingiusto” il trattamento riservato. Ma questo non gli ha evitato, alla fine, di cedere e lasciare la presidenza.