Il presidente parla alla nazione dopo la strage in una scuola di Parkland compiuta da un 19enne che si è scoperto essere membro di una milizia di nazionalisti bianchi. Non risponde alle domande sulle armi, questione su cui interviene invece l'ex presidente Barack Obama, che invoca "le tanto agognate leggi di buon senso che la maggior parte degli americani vogliono"
Parla di tutto, ma non tocca mai il tema della vendita e dell’accesso facile alle armi. “Nessun bambino, nessun insegnante dovrebbe mai essere in pericolo in una scuola americana”, esordisce il presidente Donald Trump nel messaggio alla nazione dopo la strage nel liceo di Parkland. “Non siete soli, non sarete mai soli. La nostra nazione, con il cuore pieno di dolore, prega per le vittime e per le loro famiglie”, ribadisce più volte annunciando una visita in Florida. Intanto è emerso che Nikolas Cruz, il 19enne che ha aperto il fuoco nel suo ex liceo uccidendo 17 persone, è stato un membro di una milizia di nazionalisti bianchi della Florida. A rivelarlo è stato proprio il leader del gruppo, che ha spiegato alla Associated Press come Cruz partecipò anche ad alcune “esercitazioni paramilitari”.
“Ad ogni genitore, insegnante e studente che sta soffrendo così tanto” ha detto ancora il Presidente”siamo qui per voi, per qualsiasi cosa abbiate bisogno, per qualsiasi cosa possiamo fare per alleviare il vostro dolore. Siamo con voi, un’unica famiglia“. Poi ha aggiunto Trump, senza mai toccare il tema delle armi nonostante le sollecitazioni dei giornalisti: “Bisogna lavorare insieme per cambiare la cultura americana per abbracciare la vita, costruire rapporti”.
Nei sei minuti di conferenza stampa, il presidente Trump ha elencato gli obiettivi della sua amministrazione senza però rispondere alle domande sul tema di pistole e fucili facili negli Stati Uniti: “Vogliamo rendere sicure le nostre scuole e affrontare la spinosa questione della salute mentale” ha detto solamente. Eppure fu proprio Trumo a cancellare la normativa voluta da Barack Obama dopo il massacro del 2012 alla Sandy Hook Elementary School di Newtown, Connecticut, dove furono uccisi 20 giovani studenti e sei membri dello staff per impedire ai malati mentali di entrare in possesso di un’arma.
Per questo l’ex presidente è intervenuto subito sulla questione. Pochi minuti dopo l’intervento in tv di Donald Trump, ha scritto su Twitter: “Siamo addolorati per quanto accaduto a Parkland, ma non siamo impotenti”. L’ex presidente rilancia poi l’assoluta necessità di una stretta sulle armi da fuoco in America, invocando “le tanto agognate leggi di buon senso che la maggior parte degli americani vogliono”.
We are grieving with Parkland. But we are not powerless. Caring for our kids is our first job. And until we can honestly say that we’re doing enough to keep them safe from harm, including long overdue, common-sense gun safety laws that most Americans want, then we have to change.
— Barack Obama (@BarackObama) 15 febbraio 2018
Nelle ore successive all’irruzione del giovane killer, si è intanto scoperto che l’Fbi era stata avvisata, lo scorso settembre, da un blogger della presenza su YouTube di un commento inquietante lasciato su uno dei suoi video da un utente chiamato Nikolas Cruz, come il 19enne autore della sparatoria. “Diventerò un professionista di stragi scolastiche“, questo lo screenshot del commento che il blogger inviò ai federali e segnalò a YouTube, che lo rimosse dal video.
Il giorno dopo gli agenti federali andarono a interrogare il blogger chiedendogli se conosceva l’autore del commento e acquisendo copia dello screenshot, ma l’Fbi non è stata in grado di individuare e identificare l’autore della minaccia postata lo scorso anno, come ha ammesso dal responsabile del bureau investigativo che segue le indagini della sparatoria in Florida. La Cnn riferisce anche che l’ufficio federale delle investigazioni non avrebbe condiviso con la polizia locale le informazioni sulle minacce postate online.