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“La mia vita completamente dipendente dai lassativi”: modella 30enne racconta il suo calvario per diventare una taglia 38

“Devi diventare una 38”. Questa l'imposizione dell'industria della moda. Così inizia il lungo calvario dei lassativi per Nia Marshalsay Thomas. “Ho iniziato a prenderne uno al giorno”, ha spiegato la 30enne originaria della città di Aberystwyth. “Poi il mio corpo ha iniziato a farci l’abitudine manifestando anche una serie di problemi

Purgarsi coi lassativi per fare la modella e diventarne totalmente dipendente. La confessione sconvolgente della 30enne Nia Marshalsay Thomas è andata in onda sul canale della tv pubblica gallese S4C, durante il programma Ein Byd. Il racconto choc ha inizio quando la Thomas si avvicina da giovanissima al mondo della moda. “Volevo il fisico perfetto”, ha spiegato la ragazza durante l’intervista svoltasi nel tinello di casa sua.

All’inizio della carriera la ragazza trova spazio nel settore degli abiti da sposa, ma la sua taglia non le consente di infilarsi con naturalezza la maggior parte dei capi spesso stretti in vita: “Gli abiti campione erano soltanto taglia 36 o 38, e io avevo problemi a metterli perché sono una 40. Mi sentivo degradata, mi facevano sentire come la più grassa di tutte, quindi mi vergognavo molto del mio corpo”.

Successivamente si fa viva la più tradizionale agenzia di moda, ma i responsabili non ci girano troppo attorno: “Devi diventare una 38”. La Thomas così inizia il lungo calvario dei lassativi. “Ho iniziato a prenderne uno al giorno”, ha spiegato la 30enne originaria della città di Aberystwyth. “Poi il mio corpo ha iniziato a farci l’abitudine manifestando anche una serie di problemi. Ed io ho aumentato la dose fino a quando ne prendevo talmente tanti che non riuscivo ad andare di corpo senza lassativi”.

La Thomas ricorre così alle cure mediche e le viene registrata una dipendenza oramai patologica dal farmaco: “La mia vita dipende completamente dai lassativi. Ne prendo due al giorno e la cosa psicologicamente mi imbarazzo molto”. La morale della storia, però, è che il grido di dolore della 30enne gallese può almeno aprire gli occhi a tante adolescenti che anelano al fisico perfetto e che per farlo rinunciano a mangiare o, come fece lei in passato, ricorrono ai lassativi per “sgonfiarsi”. “Se mi fossi resa conto prima di quello che mi stava succedendo non l’avrei fatto. Rimanendo chi sono, amando il mio corpo senza adattarmi all’industria della moda – ha concluso – senza dimenticare che ora il mio corpo funzionerebbe ancora in modo naturale”.