Come da copione, la vendita di Alitalia slitta a dopo il voto. E potrebbe essere rinviata addirittura a una data successiva rispetto al 30 aprile 2018, termine ultimo per la conclusione della gara fissato dal governo lo scorso ottobre. “I commissari mi hanno confermato che non ritengono di poter concludere prima del 4 marzo, in quanto i pretendenti vogliono aspettare che ci siano le elezioni”, ha ufficializzato il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. Secondo cui peraltro “non è che dobbiamo risolverlo entro il 30 di aprile il dossier. Abbiamo il tempo di risolverlo, la cosa importante per me è fare il prima possibile perché nonostante che i conti siano positivi Alitalia è troppo piccola per restare da sola”.
Nessun commento sulla presunta cordata a quattro Air France–Delta–Easyjet–Cerberus. A parlare è stato in compenso il direttore finanziario di Air France-Klm, Frederic Gagey, che in un’intervista a Bloomberg Tv ha frenato: “Dobbiamo chiaramente seguire il dossier ed è ovvio che sarebbe ottimo continuare con Alitalia come partner della jv (che comprende anche Delta, ndr), ma questo non implica automaticamente che entreremo nel capitale della compagnia”.
Giovedì il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, aveva anticipato: “In questo momento non ci sono le condizioni” per chiudere l’operazione. Secondo Calenda “la cosa positiva è che stanno andando bene i numeri e non è stato toccato un euro del prestito statale (900 milioni di euro, ndr) il che per me è particolarmente importante”, ha detto. Lo scorso autunno la proroga dei termini per la vendita era stata giustificata chiamando in causa “accadimenti straordinari nell’ambito del settore del trasporto aereo, quali il dissesto di Air Berlin, il fallimento di Monarch Airlines e la crisi operativa di Ryan Air”.