A CASA TUTTI BENE di Gabriele Muccino. Con Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Ivano Marescotti. Italia 2018. Durata 105’. Voto 2/5 (DT)
Le nozze d’oro dei genitori (Marescotti, Sandrelli) vengono festeggiate dai tre figli (Accorsi, Favino e Impacciatore) su un’isoletta in mezzo al Tirreno dove i due anziani coniugi si sono ritirati da anni. Col traghetto arriva tutto il parentado tra cui ex mogli, figli avuti da precedenti matrimoni, e tutto il ramo di discendenti tra nipoti e nuore provenienti dalla sorella (Milo) del patriarca. Solo che il maltempo obbliga tutti a rinviare la partenza dall’isola, rimanendo lì la notte, dormendo tra accrocchi di fortuna. La compressione spaziale porterà ad isterie e urla tra coppie sposate, scopate furiose nella scafo di una barca in disuso, e pure la povera cognata (Gerini) sbotterà per dover sorbirsi il marito (Ghini) affetto da Alzheimer. Il solito bailamme familiare targato Muccino, questa volta oppresso dalla mancanza di una naturale via di fuga. Macchina da presa che corre e frulla tra tavoli e corpi, set iperaffollato fino al soffocamento, script dagli sciatti background psicologici dei singoli, ansimare perenne degli attori, e perfino il parente poveraccio costretto a suonare un piano non accordato per raccattare denaro dai cattivi parenti arricchiti. Stavolta però il tumulto dell’anima dei protagonisti non trova adesione spontanea al tecnicismo sbandierato con impeto, e il big bang narrativo rimane vezzo appassito e mai viva sostanza, impellenza metodologica e non spinta naturale che sgorga dalla storia. Giro giro tondo e Gabriele Muccino casca per terra. Girato ad Ischia.