Sei giornalisti condannati al carcere a vita. Succede nella Turchia guidata da Recep Tayyip Erdogan, che rivendica ancora il diritto di entrare a far parte dell’Unione Europea. Un tribunale penale di Istanbul ha condannato all’ergastolo aggravato lo scrittore turco Mehmet Altan, suo fratello Ahmet e i giornalisti Nazli Ilicak, Fevzi Yazici, Yakup Simsek e Sukru Tugrul Ozsengul, accusati di aver tentato di “rimuovere l’ordine costituzionale“. Il tribunale ha infatti ritenuto i sei legati alla rete del predicatore islamico Fetullah Gulen, che le autorità di Ankara considerano un’organizzazione terroristica e ritengono sia la mente del tentato colpo di Stato del 15 luglio 2016.
La giornalista Ilicak e i fratelli Altan sono stati accusati di aver incitato al golpe e di avere legami stretti con esponenti di spicco della rete di Gulen. Secondo l’accusa, due giorni prima del tentato golpe hanno inviato durante una trasmissione tv “messaggi subliminali” di propaganda a favore del tentativo di putsch.
Lo scrittore Ahmet Altan è anche giornalista. Ha lavorato per i quotidiani Hurriyet e Milliyet prima di fondare Taraf, un giornale che secondo le autorità turche è diventato portavoce di Gulen ed è stato chiuso lo scorso anno dalle autorità di Ankara. Il fratello Mehmet è professore universitario di economia e scrittore. I fratelli Altan sono in carcere dal settembre del 2016. Ilicak, anch’essa nota reporter e commentatrice, ha scritto in passato per il giornale dei gulenisti, Zaman, oggi chiuso. Aveva più volte difeso la rete di Gulen, dichiarando che non si trattava di una organizzazione terroristica. Nella sua prima testimonianza dopo essere stata arrestata, ha invece ammesso di aver “compreso” che lo era.
Tutti erano già in custodia cautelare in carcere da oltre un anno. Il mese scorso, due diversi tribunali locali di Istanbul si erano rifiutati di dare seguito a una decisione della Corte costituzionale turca, che aveva ordinato il rilascio di Mehmet Altan insieme a un altro giornalista veterano, Sahin Alpay, anch’egli accusato di sostegno a Gulen. Il braccio di ferro giudiziario aveva suscitato nuove polemiche sulle garanzie dello stato di diritto in Turchia.
Oggi le autorità di Ankara hanno scarcerato un altro giornalista, Deniz Yucel, corrispondente del quotidiano tedesco Die Welt, incarcerato un anno fa con l’accusa di terrorismo, ma per il quale non era stato ancora formalizzato un rinvio a giudizio. Il cronista, 44 anni, era stato arrestato a Istanbul nel febbraio 2017 per sospetti reati legati al terrorismo. Un tribunale turco ha disposto il suo rilascio dopo aver accettato l’atto d’accusa che chiede per Yucel fino a 18 anni di prigione con l’accusa di aver fatto “propaganda per un’organizzazione terroristica” e “fomentato l’odio e l’ostilità”, come ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu.
Il suo caso aveva provocato forti tensioni tra Ankara e Berlino. Giovedì il primo ministro turco, Binali Yildirim, aveva incontrato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, a Berlino e i due avevano affrontato il caso. Il premier aveva auspicato di “normalizzare le relazioni” bilaterali e spiegato in un’intervista rilasciata prima del colloquio di “sperare” che Yucel fosse rilasciato presto e aspettarsi “sviluppi a breve”.
“Sembra che alcuni problemi che in passato hanno caratterizzato i rapporti tra Germania e Turchia oggi siano stati risolti“, ha dichiarato da Monaco Yildirim. La Germania, dove vivono milioni di turchi, è un partner chiave per la Turchia in Europa. La comunità turca ha accolto con favore il rilascio di Yucel. “Siamo molto contenti del fatto che sia stato liberato”, ha detto alla Dpa il leader della comunità Gokay Sofuoglu, che ha descritto Yucel come un “giornalista amante della libertà”.
Oggi “è una bella giornata per tutti noi”, ha commentato il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel, rivelando di aver incontrato due volte il presidente Erdogan sul caso. “Voglio ringraziare in particolare il governo turco per il suo sostegno nel velocizzare il processo legale”, ha detto Gabriel, aggiungendo di aspettarsi che Yucel lasci la Turchia e faccia presto ritorno in Germania.