Intorno alle 23.30 del 16 febbraio si è presentato davanti al pm ed è stato sentito fino alle 4.30 del mattino. L'ex collaboratore della deputata, noto anche come Andrea Girolamo ed editore di Social Tv, è accusato di appropriazione indebita aggravata dall'ospitalità e dalla coabitazione con la parlamentare
Prima l’ex fidanzato e collaboratore interrogato per cinque ore nella notte, poi la deputata M5s Giulia Sarti che esce dal silenzio e su Facebook assicura che “si autosospende finché la vicenda non sarà chiarita”. Se in un primo momento la parlamentare e i vertici 5 stelle avevano sperato che la sua posizione si chiarisse velocemente, la vicenda è sfuggita di mano nel giro di pochi giorni. La grillina infatti risulta tra gli irregolari che hanno mentito sui rimborsi al fondo per la piccola media impresa: lei fin dall’inizio ha accusato l’ex compagno, nonché collaboratore e addirittura l’ha denunciato, lui ha replicato dicendo di “avere registrazioni e documenti” che provano l’inconsistenza della truffa. La deputata ha evitato le uscite pubbliche fino a oggi quando, con un post su Facebook, ha detto di essere molto addolorata per quanto successo e assicura di aver restituito i 23mila euro che mancavano.
La posizione della Sarti, anche agli occhi dei 5 stelle, è cambiata dopo che l’ex fidanzato, Bogdan Andrea Tibusche, si è presentato in procura a Rimini: indagato per appropriazione indebita aggravata dall’ospitalità e dalla coabitazione con la parlamentare, è stato interrogato fino alle 4.30 del 17 febbrario. “Io in pubblico non rilascio nulla ma vado dritto in procura”, aveva detto nelle scorse ore. Tibusche è noto in rete con lo pseudonimo Andrea De Girolamo ed è tra gli editori di Social Tv, canale di informazione online pro M5s. Il 16 febbraio intorno alle 23.30 è stato sentito in procura a Rimini e ha consegnato una serie di documentazioni, tra cui messaggi, chat e corrispondenza al vaglio del tecnico informatico. Difeso dall’avvocato Mario Scarpa, Bogdan è stato sentito dagli agenti della squadra mobile e dal sostituto procuratore Davide Ercolani, che sulla vicenda non rilascia dichiarazioni. “Il verbale di interrogatorio di Bogdan per il momento è secretato”, ha dichiarato l’avvocato Scarpa, “perché come ben si può intuire potrebbero esserci implicazioni di altro genere, informazioni anche estranee all’attuale vicenda processuale. Abbiamo presentato delle valide spiegazioni, con documenti alla mano, e che secondo noi hanno il loro peso, ma visto che si tratta di una vicenda ancora fluida preferisco non dare dettagli in merito”. Il legale inoltre non esclude un ulteriore interrogatorio in Procura del proprio assistito per chiare altri aspetti della vicenda.
Il vero problema per i 5 stelle è che Sarti è candidata nel proporzionale in Romagna, ma anche nei collegi uninominali. E il suo seggio era uno dei pochi sicuri per le prossime elezioni politiche. Da qui i tentativi di salvarla e di evitare lo scandalo, tentativi falliti però in breve tempo. Lei oggi su Facebook ha garantito che, in caso di elezione, non intende passare al gruppo misto e quindi cercherà di dimettersi: “Per il Movimento”, si legge, “farei qualsiasi cosa e ho scelto di autosospendermi perché finché questa triste storia non verrà chiarita, io voglio affrontarla da sola e non arrecare il benché minimo danno a questa fondamentale campagna elettorale. Tutto dovrà essere chiarito nelle sedi opportune. È chiaro, per chi mi conosce, che io in Parlamento non sopporterei mai di stare nel gruppo misto quindi o la questione verrà risolta prima della eventuale proclamazione, oppure rassegnerò immediatamente le dimissioni dalla Camera. Le regole che abbiamo sono fondamentali e io le difenderò sempre. Non esistono deroghe e non esistono eccezioni”. Quindi conclude dicendo che ha restituito tutti i soldi che mancavano dai rimborsi: “Se ancora non fosse chiaro, non ho sottratto neanche un centesimo”, e parlando di “irregolarità” sottolinea: “Appena ho avuto chiarezza di quanto era accaduto, con grande sofferenza personale, ho dovuto denunciare una persona a me cara” e “in modo spontaneo provveduto a versare tutto l’importo che non risultava regolarmente versato, circa 23.000 euro“.