Finora in tv si mascherava o camuffava la voce solo il pentito di mafia o chi – svelandosi – poteva andare incontro a un pericolo imminente e gravissimo per la propria incolumità. Ma i tempi cambiano e anche i pericoli, ugualmente seri, subiscono un downgrade. Qualche giorno fa Agorà, il programma mattutino di Raitre, ha convinto a parlare un ciclofattorino offrendogli di sistemare una maschera sul viso e modulare la sua voce come un vecchio indiano dell’Ohio. Il ciclofattorino non farebbe un lavoro granché pericoloso: deve portare in bici la pizza, oppure altre pietanze o anche oggetti che ordiniamo da casa. Le buche in strada dovrebbero costituire il principale fattore di rischio, togliendo dagli eventi perniciosi il sugo di pomodoro. Il pericolo oggi, come quella maschera drammaticamente ci dice, è conservare il lavoro, anche il più modesto com’è questo, anche se pagato solo quattro euro l’ora, anche se si è senza contratto, anche se si lavora a chiamata. Mai protestare, men che mai spiegare agli altri come ti trattano. In silenzio, sempre. O, per i più coraggiosi, con una maschera da bandito.
Buongiorno Medioevo.