Guerriglia urbana a Napoli con gli scontri tra le forze dell’ordine e gli attivisti dei centri sociali in corteo per protestare contro un appuntamento elettorale di Casapound. Il corteo, che era iniziato nel pomeriggio di domenica al suono dello slogan “siamo tutti antifascisti“, a un certo punto è riuscito ad avvicinarsi all’hotel dove c’era il leader del movimento di destra.
L’area di accesso all’albergo era presidiata con mezzi “alari” delle forze dell’ordine e con un idrante. Sono scoppiate bombe carta e sono stati lanciati fumogeni. E così il tratto di strada interessato da scontri con attivisti dei centri sociali, lanci di bottiglie e bombe molotov è stato completamente circondato dalle forze dell’ordine. Mentre un gruppo di attivisti è stato fermato e, braccia al muro, tenuto fermo da agenti di polizia in assetto antisommossa. In zona tanti i passeggeri in uscita dalla stazione ferroviaria, tra lo spavento e lo sgomento.
Video di Fabio Capasso
Dopo che gli attivisti hanno “denunciato” di essere stati “circondati ingiustamente” dalle forze di polizia, il corteo si è nuovamente ricompattato. E’ stato rimosso il blocco stradale davanti alla stazione, ma i manifestanti sono rimasti in movimento causando fortissimi rallentamenti lungo le strade di piazza Garibaldi. Disagi si sono registrati anche in uscita dalle autostrade, il cui casello si trova a qualche chilometro dalla stazione.
Due attivisti dei centri sociali sono stati portati in ospedale per essere medicati, dopo gli scontri con le forze dell’ordine, secondo quanto riferito dai portavoce dei manifestanti. Secondo il racconto degli attivisti gli scontri sarebbero partiti dopo che una loro rappresentanza aveva chiesto di far procedere il corteo lungo una strada presidiata dalle forze dell’ordine, ma che non avrebbe consentito l’accesso all’hotel dove si stava svolgendo l’incontro di Casapound. Circa trenta i manifestanti che sono stati tenuti fermi, a lato della strada per essere controllati. In zona le forze dell’ordine stanno cercando di rintracciarne altri che sono fuggiti.