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Bafta 2018, tutte in nero contro le molestie ma Kate Middleton no

Il dress code della 71esima edizione dei Bafta, i cosiddetti Oscar del cinema britannico, prevedeva il nero in solidarietà alle vittime di #MeToo e Time’sUp, come accaduto alla recente cerimonia di premiazione dei Golden Globes. Ma perché la principessa non ha aderito?

di Davide Turrini

Niente abito nero per Kate. Il supporto cromatico e simbolico per la lotta contro molestie e violenze sulla donna si accontenta di una delle cinquanta sfumature possibili nell’abito da sera di sua maestà in pectore, Kate Middleton. Il lungo vestito verde scuro, firmato Jenny Packham, e con tanto di cintura annodata sotto il seno ad evidenziare il pancione giunto al settimo mese di gravidanza, ha fatto parecchio discutere. Già perché il dress code della 71esima edizione dei Bafta, i cosiddetti Oscar del cinema britannico, prevedeva il nero in solidarietà alle vittime di #MeToo e Time’sUp, come accaduto alla recente cerimonia di premiazione dei Golden Globes. Il motivo di tanto zelo riguarda un dato preciso del protocollo reale. Essendo oramai membro ufficiale della famiglia regnante d’Inghilterra, la Middleton non può esprimere opinioni politiche di alcun tipo. Anche per una battaglia di genere come quella messa in piedi dopo gli assalti predatori di Harvey Weinstein e compagnia hollywoodiana lo scorso ottobre. Per alcuni notisti di moda britannici cintura e borsetta senza manici di Prada, entrambe di colore nero, sarebbero già un sufficiente escamotage antiprotocollare per dimostrare la vicinanza della 36enne duchessa alle richieste di #MeToo.

Con la Middleton hanno sfilato sul regale red carpet dei Bafta anche diverse attrici hollywoodiane tutte rigorosamente in nero tra cui Lupita Nyong’o – tra gli interpreti principali di Black Panther che in queste ore sta stracciando record su record al box office USA -, Jennifer Lawrence, Margot Robbie, Saoirse Ronan, Angelina Jolie ed Emma Watson.

La Hermione di Harry Potter ha oltretutto appena versato un milione di sterline al nascente “UK Justice and Equality Fund”, una pagina web di crowdfunding che vuole aiutare legalmente ed economicamente tutte le donne che hanno vissuto sulla propria pelle molestie e violenze sessuali sul posto di lavoro. Fondo che dopo il lancio della Watson in 48 ore ha avuto un’impennata di donazioni arrivando a un milione e mezzo di sterline sui due prefissati.

“È facile liquidare le molestie e gli abusi sulle donne dicendo che sono causati da ‘uno o due uomini cattivi’, ma le statistiche del Regno Unito indicano un problema molto più grande e più strutturale. Il problema è sistemico”, ha spiegato la Watson al Guardian. Nella notte dei Bafta dove il più inglese dei film, Dunkirk, ha vinto solo un premietto per il miglior lavoro sul Suono,  hanno poi trionfato sia il Gary Oldman de L’ora più buia che interpretando Winston Churchill truccato fino alla punta dei piedi ha avuto gioco facilissimo, sia il film Three Billboards outside Ebbing di Martin McDonagh. Quattro i premi per il film ideato e diretto dal regista inglese che ha girato in terra americana, tra cui miglior film e il Bafta per la miglior attrice a Francis McDormand che a vedere dalle immagini della serata indossava sì un abito nero ma invaso da mille boccucce bianche e rossetti rossi e rosa, con relativi lunghi segni zigzaganti rossi simili a peperoncini.

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