Il mito della banca del territorio vicina alle persone e alle piccole imprese si scontra una volta in più con la dura realtà della cattiva gestione dei crediti, dei tassi usurari e delle azioni non proprio commendevoli messe in atto dalle banche nei confronti dei loro debitori. Siamo in Emilia, nei pressi di Bologna, dove nel 2017 la piccola banca di credito cooperativo di Castenaso si è fusa con la sua omologa di Monterenzio dando vita alla Bcc Felsinea. Operazione che  può avere contribuito a mettere pressione sulla Bcc di Castenaso per “sistemare” per tempo alcune partite rimaste in sospeso, vale a dire crediti incagliati che si trascinavano da anni anche per effetto degli esorbitanti tassi d’interesse che i debitori erano chiamati a corrispondere.

Eclatante da questo punto di vista il caso patrocinato dall’avvocato Manuel Verde che, dopo aver fatto istanza di sovraindebitamento per il proprio cliente (utilizzando cioè la procedura prevista dalla legge 3/2012 per le persone fisiche e i piccoli imprenditori), ha anche denunciato l’usura del contratto di mutuo e fatto un esposto alla Banca d’Italia per concessione abusiva del credito. La storia inizia nel 2010 quando alla madre 81enne del cliente dell’avvocato Verde la Bcc di Castenaso concede un mutuo settennale di 2,5 milioni di euro prendendo a titolo di garanzia la prestigiosa villa di Bologna della famiglia.

Già all’epoca la signora – una nota commerciante di moda – era fortemente indebitata nei confronti della banca e il suo conto corrente era perennemente in rosso per cifre molto rilevanti, superiori ai 250mila euro. La concessione del nuovo mutuo, il cui piano d’ammortamento prevedeva il pagamento di 84 rate mensili da poco meno di 34mila euro l’una, sembra posta in essere per assicurare alla banca un maggior privilegio sui beni della cliente ed era anche finalizzata all’estinzione di precedenti finanziamenti: lo dimostra il fatto che al momento dell’erogazione del mutuo, avvenuta il 25 giugno 2010, dal conto corrente della signora sono immediatamente usciti 1,366 milioni a favore della stessa Bcc di Castenaso con la dicitura “estinzione anticipata mutuo”.

Sempre lo stesso giorno, un ulteriore milione di euro è uscito dal conto sotto forma di assegni circolari e la quota restante è stata assorbita dal rosso di conto corrente, che da 247mila euro è così sceso a 148mila euro. La banca ha quindi aumentato la sua esposizione nei confronti della cliente ultraottantenne portandola a ben 2,65 milioni di euro e ha ottenuto come garanzia reale la villa di famiglia. Persino all’epoca il valore attribuito all’ipoteca – 5 milioni di euro di cui 2,5 a garanzia del finanziamento e 2,5 degli interessi – era velleitario stante la crisi del mattone e l’assoluta necessità di interventi di ristrutturazione: una recente perizia valuta l’immobile intorno agli 800mila euro al netto dei lavori da eseguire. Pare dunque di capire che alla Bcc di Castenaso il processo di valutazione ed erogazione del credito fosse gestito un po’ “alla buona”, curandosi poco dell’età dei mutuatari, dell’andamento delle loro attività (quelle della cliente in questione erano già da tempo notoriamente in crisi), dell’effettivo valore delle garanzie prestate e delle regole sull’usura, tanto che – secondo la perizia di parte – il tasso concordato nel 2010 è già esso stesso (senza cioè l’aggiunta di oneri accessori e spese) al di sopra della soglia di usura.

Nel 2012, alla morte della madre, subentra il figlio e in un qualche modo fino al febbraio 2013 le rate del mutuo vengono pagate, ma dalla perizia emergono due cose: in primo luogo, che la banca, per effetto dei tassi usurari, ha illegittimamente incassato dal cliente quasi 207mila euro oltre il dovuto e, in secondo luogo, il fatto che quel mutuo non avrebbe mai potuto essere erogato dalla banca per via dell’avanzata età della richiedente e per il suo stato di sostanziale insolvenza. Si configurerebbe quindi la cessione abusiva di credito che, secondo la giurisprudenza, si realizza quando una banca eroga finanziamenti a un cliente che versa in un’instabile e precaria situazione finanziaria, con l’aggravante che in questo caso i periti di parte ipotizzano che “lo scopo principale di tale operazione fosse quello di ottenere un maggior privilegio sui beni” della cliente.

Se così fosse il contratto di mutuo stipulato nel 2010 sarebbe da ritenersi nullo. Ma non è questo l’unica contestazione all’operato della Bcc di Castenaso: nell’ottobre dello scorso anno, senza nulla dire al cliente che nel frattempo aveva trovato un compratore per la villa, la banca ha ceduto il suo credito non a una società, bensì a un privato (cosa peraltro non contemplata dallo statuto sociale della Bcc). Il credito vantato (oltre 1,9 milioni di euro) è stato ceduto per 1,465 milioni, ma per condurre in porto l’operazione la banca ha dovuto finanziare l’acquirente concedendogli un mutuo fondiario per 1,3 milioni di euro integralmente utilizzato per l’acquisto del credito. Un’operazione che desta più di un sospetto e che sembra a sua volta rientrare nella fattispecie della concessione abusiva del credito, tanto da essere segnalata nell’esposto che l’avvocato Verde ha presentato alla Banca d’Italia per conto del suo cliente.

Riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione del presidente della BCC Felsinea:

L’articolo citato in oggetto contiene gravissime inesattezze e ritengo che possa, altresì, violare il principio di continenza, in quanto riporta, senza la necessaria obiettività, solo la tesi di una delle parti.
Vi invito, tuttavia, in qualità di Presidente del Consiglio di amministrazione di BCC Felsinea, dopo aver attentamente esaminato la posizione, a pubblicare, con la dovuta evidenza, anche ai sensi dell’art. 8 della legge n. 47/1998, che:
1. La BCC Castenaso non ha certamente scelto di fondersi con BCC Monterenzio per sistemare i propri crediti incagliati; la fusione, infatti, è stata il frutto di un articolato e fruttuoso percorso che nulla ha avuto a che fare con le partite da Voi citate.
2. La BCC Castenaso non ha mai erogato credito in violazione dei tassi di interesse usurari, né è mai stata coinvolta nel reato di ricorso abusivo al credito.
3. In relazione alla posizione della persona assistita dall’Avv. Verde, di cui non fate il nome, non esiste alcuna pronuncia di alcuna autorità, tanto meno giudiziaria, che abbia censurato il comportamento tenuto dalla BCC di Castenaso e/o dalla BCC Felsinea.
4. L’unico provvedimento emesso è quello del Tribunale di Bologna che ha recentemente respinto l’istanza di sovraindebitamento presentata dall’Avv. Verde per conto del proprio cliente.
5. L’erogazione del credito alla madre del cliente dell’Avv. Verde è avvenuta con modalità e per finalità totalmente differenti da quelle riportate, tanto che, grazie al finanziamento erogato da BCC di Castenaso, fu anche possibile estinguere un precedente mutuo ipotecario presso un’altra banca, il cui costo era assai più elevato e, in generale, fu ridotto notevolmente il carico finanziario aziendale.
6. Si trattò, in ogni caso, di un’operazione effettuata nei confronti di un imprenditore che gestiva, da molto tempo, un’azienda di famiglia, poi continuata, purtroppo senza successo, dal figlio e, quindi, non di un credito concesso ad una persona anziana, come più volte avete evidenziato.
7. Stante il mancato pagamento del dovuto, è poi stata avviata un’esecuzione immobiliare a carico del cliente dell’Avv. Verde ed avente ad oggetto la villa cui accennate (che, peraltro, è locata a terzi e non è adibita ad abitazione di famiglia). Si tratta di un procedimento previsto dalla legge, che si svolge sotto lo stretto controllo del giudice e con tutte le tutele per il debitore esecutato, compresa la valutazione del
bene sottoposto ad espropriazione, affidata ad un perito scelto dal giudice e non dalla parte.
8. Quanto alla cessione del credito operata da BCC Felsinea, si tratta di un’operazione ordinaria, peraltro in linea con le linee guida sulla gestione dei crediti deteriorati suggerite dalla BCE; la cessione del credito, inoltre, non pregiudica affatto le ragioni del debitore ceduto, che può sempre fare valere ogni eccezione anche nei confronti del cessionario. Non si comprende quindi di che possa lamentarsi l’assistito dell’Avv. Verde.
Questi i fatti e non certamente le mere illazioni, non suffragate dalla benché minima prova, che avete pubblicato con allarmante superficialità.
Tutto ciò premesso, la BCC Felsinea valuterà, eventualmente, tempi e modalità per tutelare la propria reputazione, anche presentando querela per il reato di diffamazione.
Paolo Angiolini

La gentile replica del presidente della Bcc Felsinea suona un po’ come una excusatio non petita perché nell’articolo non si è mai sostenuto che la scelta di fondersi della Bcc Castenaso con la Bcc Monterenzio è stata fatta “per sistemare i propri crediti incagliati”, né che in relazione al caso riportato nell’articolo vi siano state pronunce dell’autorità giudiziaria o di altre autorità, anche perché l’esposto alla Banca d’Italia per concessione abusiva del credito è stato presentato solo il 7 gennaio. Siamo lieti di leggere che la banca ritenga di aver operato sempre correttamente, ma l’erogazione di un mutuo a tassi superiori alla soglia d’usura emerge con chiarezza dalla perizia e – a giudicare dalle segnalazioni che stiamo ricevendo – non sembra trattarsi di un caso isolato. Il fatto poi che il suddetto mutuo sia stato concesso a un’imprenditrice, nulla toglie al fatto che si trattava di una persona molto anziana (81 anni) e molto indebitata: il mutuo è stato erogato alla persona, non alla sua azienda.
Paolo Fior

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