Una flat tax al posto delle attuali aliquote Irpef, l’eliminazione del bollo auto e delle imposte di donazione e successione, l’abolizione dell’Imu prima casa per tutti, il reddito di dignità per chi vive sotto la soglia di povertà, l’abolizione della riforma Fornero, le pensioni minime a mille euro. Secondo l’Osservatorio le promesse contenute nel “programma per l’Italia” del centrodestra costano – tra aumenti di spesa e riduzioni di entrate – 136 miliardi di euro. Ma le fonti di copertura si fermano a 82 miliardi, ammesso che davvero si riesca a recuperarne 64 dall’eliminazione di agevolazioni fiscali (il programma non dice quali) e a far calare di 4,3 miliardi le spese per i migranti bloccando completamente gli sbarchi. Restano quindi da trovare, a stare bassi, 54 miliardi.
Eppure Forza Italia prefigura anche “un rapido rafforzamento dei conti pubblici con un aumento dell’avanzo primario che raggiungerebbe il 4 per cento del Pil nel 2022″: vale a dire che la politica economica del partito di Silvio Berlusconi sarebbe all’insegna dell’austerità. Con tanto di “calo marcato del debito pubblico” (di circa 20 punti percentuali di Pil in 5 anni). Stando alle tabelle inviate dal partito, in uno scenario definito “di crescita media” – in cui il pil nominale dovrebbe aumentare nel 2022 del 4% – il rapporto debito/pil calerebbe a fine legislatura al 112,8%. Ma questo risultato appare poco realistico, spiega l’analisi degli economisti che affiancano Cottarelli. La stima di crescita del pil è molto ottimistica, come le entrate da privatizzazioni che si dovrebbero ottenere creando un nuovo veicolo a cui trasferire patrimonio pubblico. Inoltre il quadro non tiene conto che il debito di qui al 2020 aumenterà di 55 miliardi in più rispetto a quanto spiegato dall’andamento del deficit. “Con ipotesi macroeconomiche meno ottimistiche e in assenza di ulteriori coperture”, si legge nel commento dell’Osservatorio, “il debito pubblico al 2022 sarebbe pari al 135,8 per cento del Pil contro il 131,6 nel 2017″. E “l’effetto cumulato sul debito della mancanza di adeguate coperture ammonterebbe nel quinquennio a 174 miliardi di euro“.
…e il piano della Lega sui conti pubblici dice il contrario – Resta poi da capire come i piani di Forza Italia possano conciliarsi con quelli della Lega, che “ha indicato obiettivi di finanza pubblica del tutto diversi: l’avanzo primario verrebbe quasi azzerato nel corso del quinquennio e l’indebitamento arriverebbe a superare il 3%, violando le regole europee, “il che potrebbe portare a un innalzamento dello spread sul debito pubblico italiano, mentre il quadro della Lega prevede tassi di interesse bassi per il quinquennio”. Il rapporto tra debito pubblico e Pil scenderebbe solo di poco più di 10 punti percentuali e solo per effetto di un’accelerazione della crescita al 2,5 per cento in termini reali e il 4,7 per cento in termini nominali”. Pure il quadro delineato dal Carroccio, peraltro, “comporta una mancanza di coperture per circa 24 miliardi di euro al 2022 o l’1,2 per cento del Pil”.