Il sindaco è di centrosinistra, ma la maggioranza del Consiglio comunale da oggi è di centrodestra. Il Consiglio di Stato inguaia Carlo Salvemini, primo cittadino di Lecce eletto lo scorso giugno dopo aver battuto al ballottaggio il giornalista Rai Mauro Giliberti. I giudici di Palazzo Spada hanno confermato la sentenza del Tar di Lecce che l’11 ottobre scorso aveva annullato il verbale dell’ufficio elettorale che aveva attribuito il premio di maggioranza al centrosinistra che sostiene Salvemini.
Il premio viene assegnato quindi in via definitiva al centrodestra ribaltando così i rapporti di forza all’interno dell’assemblea comunale con il sindaco che si ritrova senza maggioranza, nella situazione dell’anatra zoppa. La sentenza porterà all’uscita dal Consiglio di 6 consiglieri di centrosinistra che erano risultati eletti con il premio di maggioranza e ne entrano altrettanti di centrodestra.
In Consiglio ci sono in tutto 32 consiglieri più il sindaco: nella formazione precedente alla sentenza, erano 20 di centrosinistra, 11 di centrodestra e 1 del M5s. Con il ‘ribaltone’ decretato dai giudici amministrativi, il centrodestra potrà contare su 3 consiglieri in più rispetto al centrosinistra che sostiene Salvemini (17 a 14). Il Consiglio di Stato ha anche nominato il prefetto di Lecce come commissario ad acta per l’esecuzione della sentenza attraverso l’insediamento dei consiglieri in sostituzione di quelli illegittimamente nominati.
A giugno Salvemini aveva vinto al ballottaggio col 54,7% dei consensi, contro il 45,2% di Giliberti. Risultato a sorpresa, specie alla luce di quanto accaduto al primo turno, quando il futuro sindaco si era fermato al 28,9% contro il 45,2% del giornalista Rai. Il successo di Salvemini era stato il primo del centrosinistra a Lecce, dove per oltre 20 anni la destra l’ha fatta da padrone, prima con l’ex ministro Adriana Poli Bortone e successivamente con Paolo Perrone.