La giornalista è testimone nel processo per minacce da parte di un componente del clan Spada decimato nelle scorse settimane da una operazione della polizia
Anche il suo avvocato ha ricevuto minacce. Federica Angeli, giornalista di Repubblica, è da anni nel mirino dei criminali attivi in Ostia:”Ho pagato con la libertà personale, ma credo sia servito a qualcosa. Oggi è giusto essere qui” ha detto la cronista fuori dal tribunale di Roma, durante il sit in organizzato dalla Fnsi nel giorno in cui è testimone contro Armando Spada, cugino del boss Carmine, per le minacce da lui subite: “Lo rifarei perché grazie alle mie denunce ora tutti conoscono Ostia”. Poco meno di un mese sono stati arrestati ben 32 componenti del clan. E nei giorni scorsi la Cassazione ha confermato l’aggravante mafiosa nei confronti di Roberto Spada che ha aggredito un cronista di Nemo,
Maipiùsoli, è lo slogan del sit in, la scorta mediatic per la giornalista, come lo chiamano gli organizzatori, in programma stamani in Piazzale Clodio. “Federica Angeli è costretta a vivere sotto scorta dal luglio 2013 per aver fatto il suo lavoro di cronista con rigore e coraggio e aver raccontato mirabilmente gli intrecci mafiosi e corruttivi del litorale romano – dichiara Gianpiero Cioffredi, presidente Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione -. Non possiamo abituarci all’idea che ciò sia normale. Non possiamo lasciarla da sola davanti agli esponenti dei clan che ha avuto il coraggio di denunciare”. Al sit in hanno preso parte la Federazione nazionale della stampa italiana insieme a Rete NoBavaglio e Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Articolo21, Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio e Associazione Stampa Romana.
“Il giorno in cui mi è stata assegnata la scorta, nel luglio del 2013, ho capito che la mia vita sarebbe stata stravolta. L’allora prefetto Giuseppe Pecoraro mi disse che la mia vita era a rischio per ciò che avevo scritto: una cosa, mi disse, che nessuno aveva mai fatto ad Ostia in 40 anni” ha detto la cronista sentita oggi come testimone nel processo. Rispondendo alle domande del giudice monocratico, la giornalista di Repubblica, apparsa visibilmente emozionata, ha ricostruito la sua vicenda. “Io ho denunciato Spada nel maggio di cinque anni fa prima per le minacce ai miei danni e ai due operatori free lance durante l’inchiesta giornalistica sui roghi negli stabilimenti balneari e poi per aver assistito a un duplice tentato omicidio”. Da quel momento per la cronista la “libertà è finita”. “Ho tre bambini ai quali ho cercato di spiegare quello che era successo e ho fatto in modo che a loro non arrivasse nulla della mia paura. Non posso più andare a prendermi un gelato, devo decidere bene dove sedermi quando vado in un ristorante, non mi posso neppure affacciare al balcone di casa, perché io ho scelto di continuare a vivere a Ostia“.