Lo ha annunciato la sindaca di Roma, postando su Facebook la decisione del giudice per le indagini preliminari, che fa cadere l'accusa di abuso d'ufficio per la nomina di Romeo a capo della segreteria politica. L'esponente M5s: "Cancellato più di un anno di schizzi di fango". Resta in piedi l'accusa di falso per la nomina di Renato Marra, dalla quale la prima cittadina si difenderà in giudizio a partire dal 21 giugno
Il sindaco “si era mosso lungo il solco già tracciato” da chi l’aveva preceduta a Palazzo Senatorio e non era “neanche a conoscenza dell’esistenza delle tre polizze assicurative stipulate da Salvatore Romeo“. Per questi motivi e con la formula dell'”infondatezza della notizia di reato” il gip del Tribunale di Roma ha archiviato Virginia Raggi per la nomina del capo segreteria, condotta per la quale la Procura aveva ipotizzato il reato di abuso d’ufficio. Il 28 settembre gli stessi pubblici ministeri aveva sollecitato l’archiviazione per la nomina di Romeo, ma avevano chiesto il rinvio a giudizio della sindaca per falso in atto pubblico per la nomina alla direzione del Turismo in Campidoglio di Raffaele Marra. Da questa accusa la prima cittadina si difenderà in giudizio a partire dal 21 giugno.
Il gip: “Virginia Raggi non sapeva delle polizze”
“Appare francamente stravagante, e comunque probatoriamente inconsistente, conferire valenza illecita alle tre polizze assicurative che indicavano Virginia Raggi quale beneficiaria soltanto in caso di morte di Salvatore Romeo”, scrive il giudice, ricordando che Romeo, come ricostruito dagli investigatori, nel corso degli anni aveva sottoscritto diverse polizze con beneficiari sempre diversi, spesso parenti e amici. Beneficiari “per i quali – prosegue Marzano – non era previsto l’obbligo di comunicazione da parte degli istituti bancari del decesso del contraente onde poter riscuotere il premio”. Dunque, è la conclusione del giudice, “niente di più vero che Virginia Raggi non fosse neanche a conoscenza dell’esistenza delle tre polizze stipulate da Romeo (peraltro in epoca distinta dalla nomina) e dei cui importi sarebbe stata beneficiaria in caso di decesso del collaboratore”. La sindaca fu interrogata per otto in procura sulla questione.
Il caso dello stipendio triplicato, procura: “Non ci fu dolo”
La viceda riguarda quello che divene un vero e proprio caso nell’estate del 2016 quando fu diffusa la notizia della triplicazione dello stipendio all’ex capo della segreteria politica della sindaca, da 39mila euro lordi l’anno, a 110mila, scesi successivamente a 93mila dopo l’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione. I pm Paolo Ielo e Francesco Dall’Olio, dopo le indagini e l’interrogatorio, avevano definito “non corretta” la procedura con cui era stato promosso, ma aveva anche specificato che questa non era stata eseguita con “dolo”. Romeo era in Campidoglio dal 1999 e quindi poteva essere chiamato direttamente in quanto già funzionario interno, quando guadagnava intorno ai 40mila euro l’anno. Con il nuovo incarico la sua retribuzione era arrivata a 120mila euro lordi l’anno. Poco dopo però Virginia Raggi aveva sottoposto all’Anticorruzione (Anac) anche la sua nomina avvenuta in base all’artico 90 del Testo Unico degli Enti Locali (Tuel) che riguarda appunto gli uffici alle dirette dipendenze del sindaco. L’Anac, guidata da Raffaele Cantone, in aveva affermato che l’articolo del Tuel applicato per il contratto di Romeo era adatto, ma ha ravvisato “la possibilità, e non l’obbligo, di definire, con criteri di ragionevolezza e buon andamento, la retribuzione”. E alla fine lo stipendio del funzionario era stato abbassato ulteriormente fino ad arrivare – prima delle dimissioni da questo incarico– a 93mila euro. Anche per lui il giudice ha disposto l’archiviazione del fascicolo.
Virginia Raggi su Facebook: “Un anno di schizzi di fango”
“Infondatezza della notizia di reato. Con queste parole il Tribunale di Roma ha cancellato più di un anno di schizzi di fango, ricostruzioni fantasiose e insulti perché avevo nominato Salvatore Romeo a capo della mia segreteria politica”, ha commentato la sindaca su Facebook. Raggi parla di “oltre un anno di accuse da parte di politici e dei tanti ‘soloni’ che, dalle loro comode poltrone negli studi e salotti tv, pontificavano su materie che evidentemente non conoscono. Il giudice sottolinea la trasparenza e la bontà del mio operato grazie alle richieste di pareri legali che, prima della nomina, ho fatto all’avvocatura del Campidoglio e all’Autorità Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone“. Il gip, prosegue Raggi, “definisce falso che io possa aver nominato Salvatore Romeo per beneficiare di tre polizze assicurative di cui io non sapevo assolutamente nulla. Ancora fango e facile ironia sulle ‘polizze a mia insaputa‘ – continua la sindaca sul suo profilo Facebook – eppure avevo ragione: sono stata accusata ingiustamente da tanti che ora taceranno o faranno finta di nulla. Voglio ringraziare i miei avvocati e voi che avete creduto in me, certi che mi sia sempre comportata correttamente. Andiamo avanti a testa alta”.