Polemica vivace a Tagadà (La7) tra Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e di FQ Millennium, e Mario Lavia, vicedirettore di Democratica. Il dibattito è incentrato sul caso di Roberto De Luca, figlio del presidente della Regione Campania e assessore dimissionario al Bilancio del Comune di Salerno. e sull’inchiesta giornalistica di Fanpage su rifiuti, appalti e corruzione. Lavia osserva: “E’ un caso politico perché a due settimane del voto viene prodotta una roba come quella di Fanpage. Un dirigente importante del Pd viene toccato, peraltro lui poi si è dimesso. Io difendo tutte le inchieste giornalistiche, però attenzione”. “Io non difendo questa inchiesta giornalistica” – insorge l’ex direttore di Tempi, Alessandro Giuli – “Non mi accompagnerei mai a uno odore di camorra per una inchiesta giornalistica. E’ un giornalismo che non mi piace”. Il vicedirettore del quotidiano online renziano Democratica continua: “Qui non abbiamo un giornalista che è andato lì per vedere se c’è un reato, ma per costruire un reato. E’ una cosa molto delicata”. Gomez osserva che il caso De Luca è politico, ma per un motivo preciso: “Il primo tema è la trasmissione del potere di padre in figlio. E’ un tema che scuote anche il Pd, perché c’è una serie di candidati dem, che di fronte alla candidatura dell’altro figlio di De Luca, hanno storto il naso. E questo succede anche in altri partiti. Questo dà ai cittadini la sensazione che il potere si tramandi di padre in figlio come all’interno di una casta”. “Come la Casaleggio“, obietta Lavia. “Quello che vuole” – risponde Gomez – “Può discutere di Casaleggio, se desidera. Però né Casaleggio padre, né Casaleggio figlio si sono mai candidati. Se lei ritiene che sia sbagliato, fa bene a non votare il M5S. Tuttavia, ne dobbiamo parlare tra cittadini. I politici non applicano i criteri di meritocrazia di cui spesso parlano, quindi dobbiamo almeno avere il diritto di alzare il ditino e di dire: ‘Come al solito, dite una cosa e ne fate un’altra’. Non tutti ovviamente”. “Ma che è, un reato essere figlio di un politico? La cosa grave è essere figlio di De Luca?”, protesta Lavia. “E’ una cosa grave nella stessa misura in cui è grave il caso del nipote di De Mita, di tanti figli, di mogli e di mariti” – replica Gomez – “Nel mio libro, “Il vecchio che avanza”, c’è un lungo elenco. Qui però stiamo parlando di De Luca. C’è il figlio del presidente della Regione che assicura a una persona di individuare colui con cui potrà parlare in Regione. Questo in democrazia non va bene”. “Sì, ma parli di famiglia, di cose, come se fossimo in India”, ribatte Lavia. “Si chiama familismo amorale dal punto di vista sociologico”, puntualizza Gomez
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