I sondaggi e la logica lo dicono da tempo. Ora cominciano a parlarne apertamente anche quelli che ne saranno i sicuri protagonisti. Le larghe intese sono lo scenario cui l’Italia si troverà di fronte nel caso in cui il voto del 4 marzo non consegnerà al Paese una maggioranza in grado di dar vita a un governo. Matteo Renzi e Silvio Berlusconi negano, ma tra le file del centrosinistra sono sempre di più quelli che aprono a quella che somiglia sempre meno a un’ipotesi. Emma Bonino e Beatrice Lorenzin, ad esempio, si dicono favorevoli a un governo Gentiloni bis. Ma oltre al semplice endorsement al presidente del Consiglio uscente la leader di Più Europa e la front runner di Civica Popolare confermano la disponibilità a far parte di una maggioranza all’insegna di quello che i tedeschi chiamano Grosse Koalition.
“In questi 5 anni, il centrosinistra ha dimostrato di essere la coalizione della responsabilità che si è contrapposta al fronte dell’irrazionalità alimentato dalla Lega e dal M5S – dice al Corriere della Sera il ministro della Salute – per questo siamo fortemente favorevoli a un Gentiloni bis”. Alla domanda se ritiene possibile un’intesa con Forza Italia qualora vi fossero i numeri, Lorenzin risponde: “Il centrosinistra ha l’ambizione di governare con una maggioranza autonoma anche perché abbiamo di fronte un centrodestra che cede alla deriva lepenista e antiscientifica di Salvini. Ma c’è di più. Perché un governo M5S-Lega non è più fantascienza”. L’ipotesi delle larghe intese con Forza Italia, dunque, “con il proporzionale non sarebbe uno scandalo“.
Anche la storia esponente radicale parte confermando la propria fiducia a Paolo Gentiloni: “Penso che dopo tre anni in cui abbiamo rottamato, a parole o nei fatti quasi tutto, l’Italia abbia bisogno di essere rassicurata. E Gentiloni è un premier che potrebbe restare”, spiega la Bonino a La Stampa, dando per scontato che un governo di larghe intese sia uno scenario possibile in cui, aggiunge la leader di Più Europa, “non vedo bene i populisti, i violenti e il blocco sovranista, da Fratelli d’Italia alla Lega. Ma anche il M5S il cui leader, Di Maio, ha opinioni ‘geografiche’: cambiano a seconda di dove parla”. La Bonino, invece, alle grandi coalizioni parla chiaro da tempo. E dice sempre la stessa cosa: “Quello che sarà più importante è portare avanti una miniripresa e non essere lasciati fuori dall’accordo franco-tedesco. Se per questo obbiettivo serve un governo di larghe intese, allora ben venga“, spiegava il 23 gennaio a L’Aria che tira, su La7.
#Bonino e #Lorenzin, alleate del Partito Democratico, vogliono le larghe intese. E #Renzi tace. Quello al #Pd e ai suoi alleati è il voto utile per riabilitare #Berlusconi
— laura boldrini (@lauraboldrini) 20 febbraio 2018
“Tra un appello al voto utile e un invito a turarsi il naso – commenta Pippo Civati – si scopre che il progetto delle larghe intese, se proprio così vogliamo definirle, è ormai una certezza. Le alleate del Pd, Emma Bonino e Beatrice Lorenzin, sono in disaccordo su tutto: dalla gestione dei migranti ai diritti civili. Ma su un punto vanno a braccetto: l’accordo post elettorale con Forza Italia”. “I vertici del Pd – aggiunge Civati – ripetono la colossale sciocchezza che il voto a LeU è un voto alla Lega. Un ragionamento singolare da parte di chi ha favorito la resurrezione politica dell’asse Forza Italia-Lega, facendo maldestre politiche di destra. Tanto che ora gli elettori, stando ai sondaggi, tendono a preferire la destra originale”.