Il paese del Bellunese di neppure 4mila anime al centro di un interesse senza precedenti per il caso del mitomane che firma lettere minatorie e lascia caramelle con spilli all'asilo. Nemesio e Samuele Aquini, i due indagati, alzano bandiera bianca: “Questa faccenda ci metterà in ginocchio economicamente. Dovremo pagare le spese legali. Ci hanno sequestrato anche il bicarbonato comprato per la gastrite"
I sospettati hanno deciso che ogni resistenza era inutile, che il tentativo di sottrarsi alle domande, per tutelare la propria privacy, era destinato a non reggere. Gli investigatori sono riusciti a tenere coperta solo per qualche settimana l’identità delle tre persone indagate nel caso di Erostrato, un mitomane a basso potenziale che si ispira a un criminale greco vissuto nel quarto secolo avanti Cristo e lancia minacce in Val Belluna. Adesso tutti sanno che a Cesiomaggiore nel mirino degli inquirenti sono finiti il trentunenne Samuele Aquini, il padre 72enne Nemesio, originario di Marghera, e la madre Fiorella Vescovo. L’indagine per procurato allarme, minaccia grave e tentata estorsione, non punta tanto sulla donna, quanto su padre e figlio, dopo che i carabinieri hanno sequestrato numeroso materiale nella loro casa.
E così un paese di neppure 4mila anime si trova al centro di un interesse senza precedenti, almeno da queste parti. Gli indagati hanno alzato bandiera bianca e adesso rilasciano interviste. “Questa faccenda ci metterà in ginocchio economicamente: non ho un impiego e mio padre è pensionato – ha detto Samuele – Dovremo pagare le spese legali, un perito di parte per contestare la ridicola perizia calligrafica che è stata fatta sul mio conto”. Il ragazzo ama esoterismo, occultismo, giochi di ruolo e arti marziali: così che si presentava un paio di anni fa in Rete, sostenendo discussioni sull’ateismo e l’anticattolicesimo.
A Belluno il procuratore Paolo Luca si limita a dichiarare: “Sono indagati perché ci sono elementi indiziari a loro carico, ma non vuol dire che siano colpevoli o che siamo certi della loro responsabilità. Le indagini vengono fatte anche nel loro interesse, e per accertare le responsabilità, che potrebbero anche essere di altri”. Luca – magistrato che nel 2001 smascherò a Padova il serial killer Michele Profeta, che disseminava la città di cadaveri in un folle tentativo di estorsione – si rende conto che qui può nascere (se non è già nato) un piccolo mostro, con conseguenze anche gravi sulle persone e su una comunità.
È comunque chiaro che l’interesse è quello di bloccare un’escalation che sembra avere l’impronta del balordo di paese, ma che potrebbe preludere anche a qualcosa di più grave. E non hanno contribuito alla tranquillità le due lettere anonime arrivate in Procura che vogliono scagionare i due indagati: “State sbagliando: Erostrato sono io, non loro… Non state seguendo la pista giusta”. I testi sono scritti con un calligrafia che assomiglia molto a quella di Erostrato, ossia caratteri in stampatello e rune celtiche, ma secondo la Procura si tratterebbe di un mitomane.
L’autodifesa di Nemesio – che ha lavorato all’Agenzia delle dogane e studiato medicina e filosofia senza laurearsi – e Samuele continua: “Erostrato non siamo noi. Quella degli inquirenti è una caccia alle streghe, brancolavano nel buio. Noi ci siamo finiti in mezzo… Ma quando tutto sarà finito saremo noi a fare causa, a costo di trascinare lo Stato di fronte alla Corte europea. Sempre che non ci condannino: sarebbe un aborto della Giustizia”. E ancora: “Ci hanno sequestrato libri: il libro sulle sette sataniche è il trattato di uno studioso cattolico, c’è un testo di Ratzinger, il Corano e ‘Tre metri sopra il cielo’. Sembra la dittatura stalinista, quando bastava un libro per finire in carcere”. Nella biblioteca anche Mein Kampf di Hitler. “Si è hanno sequestrato anche il bicarbonato, comperato tre giorni prima per la gastrite… Per fortuna che in paese nessuno ci guarda male, ci conoscono, sanno che siamo innocenti”.
Ma che cosa ha fatto il misterioso Erostrato? Agli inizi di luglio 2017 erano apparse, prima sulle pareti dei magazzini comunali, sul muro di una chiesa e in cimitero, delle scritte inneggianti al nazismo, al fuoco purificatore, nonché minacce personali contro il sindaco Carlo Zanella di Cesio. In agosto una busta con polvere bianca indirizzata in Comune. Poi una minaccia contro i bambini dell’asilo di Cergnai, una frazione del Comune di Santa Giustina, con un sacchetto di caramelle gommose dove erano stati nascosti spilli, anche spezzati.