“Quello dei vitalizi è uno dei più grandi scandali della Repubblica. Per gli sfacciati privilegi che i parlamentari si sono dati, per lo spreco di risorse che hanno comportato e comporteranno, per il peso che continueranno ad avere sui bilanci di Camera e Senato, dunque sulle finanze pubbliche. C’è un esercito di oltre duemila ex deputati e senatori che gode di questi ingiustificati trattamenti”: Marco Travaglio, Peter Gomez e Antonio Padellaro, hanno lanciato una petizione che ha raccolto oltre 530mila firme per modificare il trattamento previdenziale degli ex parlamentari e rimuovere i vitalizi con un semplice cambiamento ai regolamenti interni varati dagli Uffici di presidenza di Camera e Senato. Il Fatto Quotidiano chiede a tutti i candidati delle elezioni che avverranno in Italia il prossimo 4 marzo, “di impegnarsi affinché in futuro attraverso un nuovo regolamento, eliminino definitivamente e una volta per tutte le ingiustificate posizioni di rendita maturate dagli ex parlamentari prima della riforma del 2012 e quelle che, anche dopo quest’ultimo intervento, sono rimaste praticamente inalterate”. A questa petizione – change.org/bastavitalizio, diretta a tutti i candidati alle elezioni, per il momento ha risposto solo il Pd con questa dichiarazione.

C’è un luogo in cui i cittadini italiani possono votare un programma politico fatto di proposte concrete e proporlo ai candidati alle elezioni del 4 marzo. Le forze politiche in campo non dovrebbero rimanere indifferenti di fronte alla voce di 700mila italiani che sottoscrivono proposte concrete, ma piuttosto dovrebbero pronunciarsi in merito, specialmente considerando la generale disaffezione che contraddistingue l’attuale clima politico. Eppure i partiti, tutti contattati e messi al corrente della possibilità di interagire direttamente e senza filtri con questa importante fetta di opinione pubblica, per il momento ancora tacciono. Di quali proposte si tratta oltre a quella per abolire il vitalizio? Vediamole nel dettaglio: change.org/elezioni2018  

Giorgio Parisi, autorevole fisico italiano, chiede che il prossimo governo implementi con la massima urgenza un piano pluriennale per portare la spesa in Ricerca e sviluppo dall’attuale 1% fino al 3% del Pil: change.org/salviamolaricerca
Finora Parisi ha raccolto oltre 150mila firme.

Lidia Vivoli, sopravvissuta a un tentativo di femminicidio, chiede di rendere il delitto di violenza sessuale procedibile anche senza la volontà della vittima e allungare il tempo limite di 6 mesi per la denuncia. Al momento infatti solo se la vittima querela il suo aggressore entro sei mesi dalla commissione del fatto, quest’ultimo può essere processato: change.org/laviolenzanonscade
Finora Vivoli ha raccolto 70mila firme.

Donato Russo invece chiede che in futuro si pretenda dall’Europa equità e giustizia sul tema dell’immigrazione e in particolare sul Trattato di Dublino, secondo il quale la responsabilità dell’asilo è solo del Paese di primo sbarco. In vista delle prossime elezioni politiche infatti, i leader dei partiti piuttosto che fomentare sentimenti xenofobi, strumentalizzando disgrazie umane a scopi politici, dovrebbero impegnarsi nel chiedere all’UE di rivedere le proprie posizioni in materia di immigrazione affinchè si facilitino per i migranti le procedure di richiesta d’asilo e di ricongiungimento familiare: change.org/stopdublino
Finora Russo ha raccolto 36mila firme.

Antonio Ingroia invece propone di ripensare la normativa anticorruzione, colpendo i corrotti sul piano finanziario. Questo già accade per i mafiosi grazie alla legge antimafia Rognoni-La Torre e Ingroia chiede di estendere la stessa ai colletti bianchi indiziati dei reati più gravi: change.org/bastacorruzione
Finora Ingroia ha raccolto 83mila firme.

Paola Armellini, mamma di Matteo, morto mentre montava il palco per un concerto di Laura Pausini, ha potuto invece purtroppo durante il procedimento per la morte suo figlio, scontrarsi con la lentezza estenuante della Giustizia italiana. Lentezza che con la prescrizione rischia spesso di tramutarsi in impunità. Per questo, chiede a tutti i candidati delle elezioni che avverranno in Italia il prossimo 4 marzo, di impegnarsi affinché in futuro all’ordine del giorno ci siano i disegni di legge sulla prescrizione che prevedono la sospensione della prescrizione con la sentenza di condanna di primo grado: change.org/stoprescrizione
Finora Armellini ha raccolto 60mila firme.

Aggiornamento del 22 febbraio 2018, alle ore 12.40: Il Senatore Bruno Marton ha firmato e condiviso su Twitter gli appelli: #Fermiamolacorruzione, #Bastavitalizi e #Bastaprescrizione. Si attende tuttavia ancora una risposta ufficiale del suo partito, il M5S.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Meritocrazia, un modo per riconoscerla c’è: impariamo a usare il Meritometro

next
Articolo Successivo

La giustizia nel 2018: troppe leggi, pochissimi diritti

next