Il presidente emerito della Repubblica, principale sponsor del governo Renzi e del patto con Silvio Berlusconi sulle riforme della Costituzione, ha tessuto le lodi del capo del governo uscente a dieci giorni dal voto del 4 marzo che con tutta probabilità consegnerà il Paese all'ingovernabilità
Le parole d’ordine ci sono tutte: “Paolo Gentiloni è divenuto punto essenziale di riferimento per il futuro prossimo e non solo nel breve periodo della governabilità e della stabilità politica dell’Italia”. A tessere le lodi del presidente del Consiglio uscente a dieci giorni dal voto del 4 marzo che con tutta probabilità consegnerà il Paese all’ingovernabilità è stato Giorgio Napolitano. Durante la consegna al capo del governo del premio Ispi istituito in ricordo dell’ambasciatore Boris Biancheri, il presidente emerito della Repubblica ha tracciato il ritratto del premier ideale di un possibile esecutivo di larghe intese.
In Paolo Gentiloni, ha spiegato l’ex inquilino del Quirinale, principale sponsor del governo Renzi e del patto con Silvio Berlusconi sulle riforme della Costituzione, “alla coerenza, alla lealtà, alla disciplina si accompagna sempre quella impronta di libertà, quello spirito di ricerca senza preclusioni” e “vi si accompagna una attitudine all’ascolto e al dialogo che diventerà sua dote decisiva da ministro degli Esteri e poi da presidente del Consiglio”, ha proseguito il presidente emerito. Secondo Napolitano, “in ciò è la chiave del ristabilimento da lui perseguito e realizzato di rapporti costruttivi e fecondi con gli alleati europei, della crescita di dignità e di influenza dell’Italia in tutte le sedi internazionali”. Gentiloni ha quindi “conquistato una limpida e piena fiducia tra gli italiani e nelle relazioni internazionali”, ha concluso l’ex capo dello Stato.
La risposta del premier è altrettanto carica di affetto: “Giorgio Napolitano ha anche dato una ulteriore dimostrazione del suo senso delle istituzioni e della sua generosità”, ha detto Gentiloni ricevendo il riconoscimento dall’ex presidente della Repubblica. Da ministro degli Esteri e premier “se c’è una cosa che ho visto con chiarezza – ha aggiunto – è a livello internazionale quanto l’autorevolezza di Napolitano sia considerata un asset per l’Italia”.