Cucina

Germogli, da quelli di soia a quelli di grano: tutto quello che c’è da sapere su questo cibo

Lo sapevate che quei piccoli semi dai quali spunta un semplice filo d’erba, racchiudono in sé un potenziale talmente alto per la salute umana da risultare quasi incredibile?
Il loro contenuto, infatti, è composto da diverse sostanze nutritive che si trovano difficilmente persino nella frutta e nelle verdure fresche. Basti pensare che le vitamine durante il processo della germinazione aumentano fino al 1400% rispetto alla pianta adulta.

Ecco perché all’interno della dieta quotidiana, i germogli sono da considerarsi degli eccellenti integratori naturali, in grado di aiutare a prevenire malattie anche gravi, come il cancro.
Il consumo ottimale si aggira intorno ai 50-100 g alla settimana, cercando di alternare le varie tipologie.

Quando si parla di germogli, ci si riferisce ai semi germogliati di cereali (grano, grano saraceno, miglio, orzo), legumi (erba medica, ceci, soia, lenticchie) e vegetali in genere (aglio, broccolo, cavolo, sesamo). Tutti sono un vero e proprio concentrato di enzimi, amminoacidi e vitamine.

Le vitamine. I germogli ne sono particolarmente ricchi e addirittura generano vitamine che nel seme sono quasi assenti, come la C e la B12. La C, che si trova in piccole dosi nei legumi, dopo tre giorni supera i 10 mg. Consumando 150 g di semi di leguminose germogliati (lenticchie, fagioli, soia, ceci) si copre il fabbisogno giornaliero di vitamina B12.

I minerali. In generale, tutti i germogli hanno un alto contenuto di calcio e magnesio e vantano valori di fosforo addirittura maggiori di quelli del pesce. A seconda dei semi, possono raddoppiare o triplicare. Nel grano, per esempio, il fosforo passa da 400 mg a mille, il calcio da 45 a 70, il magnesio da 130 a 340. Nei germogli alfa alfa, invece, lo zinco è superiore del 260% rispetto al quello contenuto negli stessi semi.

I grassi (o lipidi). I germogli ne contengono bassi quantitativi e quelli presenti sono ovviamente di origine vegetale, quindi insaturi. Assumerli è utile per rinvigorire la membrana delle cellule.

Le proteine. Grazie alla scissione in aminoacidi, diventano molto più digeribili, perciò più assimilabili.

La clorofilla. Perché si formi nei germogli occorre esporli indirettamente ai raggi solari. Si tratta di una sostanza molto utile per l’organismo umano perché favorisce la digestione dei cibi e l’assorbimento della vitamina A. È poi depurativa, antianemica e antiossidante. Tra tutti, i germogli che ne sono più ricchi sono quelli di alfa alfa.

Gli antiossidanti. Sono un gruppo di sostanze di cui fanno parte anche alcune vitamine e sono estremamente importanti per la salute umana. Alcuni antiossidanti, come il sulforafano, contenuto in dosi massicce nei germogli delle crucifere (cavoli e broccoli) sono noti per essere dei potenti antitumorali naturali.

Ma come si possono ottenere questi pregiati ingredienti? Ci sono diversi modi. Il più semplice e pratico è quello di avvalersi di un germogliatore automatico, un elettrodomestico che funziona come una piccola serra, con tanto di irrigazione. Il suo utilizzo è semplicissimo: basta mettere al suo interno l’acqua con i semi e premere il pulsante. Lui farà tutto il resto. Si trova nei negozi bio e su internet e costa intorno ai 150 euro.

C’è poi il germogliatore a ripiani, composto da una serie di vaschette impilabili, con il coperchio che chiude la vaschetta superiore per ricreare un ambiente buio e umido. Generalmente è in terracotta, ma esiste anche la versione in plastica o ceramica. Costa circa 30 euro.

Un’altra alternativa è data dal sacchetto di iuta, lino o canapa, da appendere in un luogo comodo dove l’acqua possa colare senza problemi (il pensile sopra al lavandino). Per ottenere la germinazione occorre mettere i semi ammollati al suo interno, chiudere il sacchetto con l’apposito laccio e, dopo averlo bagnato adeguatamente, appenderlo a scolare, evitando così che l’acqua ristagni. I semi vanno poi innaffiati due volte al giorno (mattino e sera) e il sacchetto lavato per immersione. Costo: 20 euro circa (si può realizzare anche in casa). Infine il metodo più economico ma anche più impegnativo, quello del vaso di vetro. Per ottenere la germogliazione occorre risciacquare più volte i semi, chiudere il contenitore con una garza fermata da un elastico, riempirlo per metà con acqua tiepida e lasciare a bagno i semi per una notte.

L’indomani bisogna scolare l’acqua senza togliere la garza, risciacquare con acqua tiepida, sempre attraverso la garza, rovesciando il vaso. Si deve infine disporre il vaso in posizione orizzontale, in modo che i semi si assestino sulla parete in uno strato sottile. Il risciacquo va ripetuto una volta al giorno, sempre senza togliere la garza, tenendo il vaso al buio fino a germinazione ultimata.