“Sei la persona più cattiva che abbiano mai visto”, “sei ridicola”, “livorososa” “pettegola” “falsa e impicciona”. “Fai schifo”, “sei grassa”, “hai il doppio mento”. “Sei lurida”, “meriti insulti peggiori di quel che ricevi”. “Sei una psicopatica di merda, curati”. “Vergognati di come sei, dovrebbero farlo anche i tuoi genitori”. “Chi ti credi essere, complessata, maleducata”. “Leggi i commenti stampateli e piangi”. Sono per lo più donne, figlie, mamme e nonne che scrivono a Nilufar, una diciannovenne napoletana, “tronista” di Uomini e donne, il programma televisivo pomeridiano di Maria De Filippi. E’ vero che la cattiveria è di questo mondo, e che i social espongono ciò che ieri era nascosto nel nostro animo. E’ certo che internet fa da moltiplicatore dell’accidia umana. Espande e innalza a trono la contumelia. Ciò che forse era impensabile invece è che tutta questa bile divenisse utile compost per lo spettacolo. La ragazza che legge in tv le cattiverie sulla sua persona, le lacrime che le scendono sul viso, il pianto di chi guarda e magari si ripromette di scriverne altre. E poi? Pubblicità.