Sarà processato con l’accusa di corruzione. L’imprenditore Alfredo Romeo è stato rinviato a giudizio dal gip del tribunale di Napoli, Luana Romano. Il giudice che ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dai pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Francesco Raffaele nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Romeo. Il processo comincerà il 10 aprile davanti alla prima sezione del Tribunale. Rinviato a giudizio anche un collaboratore di Romeo, Ivan Russo.
L’imprenditore partenopeo si trova agli arresti domiciliari in relazione alla accuse contestate in questo procedimento, riguardanti diversi episodi di presunta corruzione. Il 4 dicembre scorso il Tribunale del Riesame aveva confermato la misura cautelare. L’inchiesta napoletana è quella che ha dato vita all’indagine sulla Consip, la centrale acquisiti della pubblica amministrazione che ha fatto finire nei guai anche Tiziano Renzi e il ministro dello Sport, Luca Lotti.
In origine i magistrati campani si erano concentrati sull’appalto per il servizio di pulizie del Cardarelli. L’indagine era stata poi estesa ai presunti rapporti tra alcuni dirigenti della Romeo gestione e pubblici ufficiali e si era arrivati alla Consip. Romeo era stato arrestato lo scorso 17 marzo e su ordine del Riesame di Roma era tornato libero il 16 agosto.
Ciò ha comportato una trasmissione, per competenza territoriale, di buona parte degli atti, alla procura di Roma che il 12 gennaio scorso ha chiesto sei mesi di proroga delle indagini al gip Gaspare Sturzo per 12 indagati. Oltre a Lotti e Renzi senior ci sono lo stesso Romeo, il generale dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia, l’imprenditore Carlo Russo, il comandante dell’Arma Tullio del Sette, Italo Bocchino, l’ex ad di Consip Domenico Casalino, Francesco Licci, Silvio Gizzi, il presidente di Publiacqua Filippo Vannoni e l’ex presidente di Consip Luigi Ferrara.