Centoundici studentesse sono scomparse nel nordest della Nigeria, due giorni dopo l’attacco a una scuola femminile da parte di Boko Haram, in un episodio che ricorda il rapimento delle ragazze di Chibok nel 2014. I combattenti pesantemente armati hanno attaccato lunedì il villaggio di Dapchi, nello Stato di Yobe, sparando in aria e facendo esplodere granate, secondo il racconto di testimoni. Secondo il personale scolastico, al momento dell’attacco nell’istituto c’erano 710 studentesse dagli 11 anni in su.

Durante l’attacco avvenuto il 19 febbraio, riporta la Bbc, la maggior parte delle allieve e dei professori della Girls Science Secondary School sono riusciti a scappare nella boscaglia, temendo di essere rapiti dai combattenti. Due giorni dopo, decine di allieve non sono ritornate, sollevando i timori delle loro famiglie, che le hanno anche cercate invano nei villaggi vicini e si sono ritrovati stamani fuori dalla scuola.

Le autorità nigeriane non parlano ufficialmente di “rapimento” delle studentesse. “Su 926 studentesse, 815 sono tornate a scuola il giorno dopo l’attacco”, ha spiegato ai media internazionali il comandante Abdulmaliki Sumonu che ufficialmente nega si tratti di “rapimenti”. Prima di fuggire, i jihadisti di Boko Haram hanno saccheggiato la scuola. Delle ragazze rapite a Chibok, un caso che ha mobilitato la comunità internazionale, 100 sono riuscite a ricongiungersi con le loro famiglie lo scorso settembre. Altre erano state rilasciate a maggio nell’ambito di un controverso scambio di prigionieri tra il governo nigeriano e i terroristi.

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