Un militante di Potere al popolo accoltellato mentre attaccava manifesti elettorali a Perugia. Poche ore prima il responsabile provinciale di Forza Nuova legato e picchiato a sangue in centro a Palermo. Nella notte le scritte “A morte le guardie” e una svastica sulla lapide di via Fani a Roma, dove il 16 marzo 1978 venne rapito Aldo Moro e uccisi gli uomini della sua scorta. A meno di due settimane dalle elezioni politiche del 4 marzo, la cronaca racconta di un clima di tensione crescente in tutto il Paese. “Palermo, Perugia, Roma: l’odio politico che sta divorando il Paese ribolle da troppo tempo”, ha scritto su Twitter l’ex presidente del Senato e ora leader di Liberi e uguali Pietro Grasso. “Non aspettiamo oltre, non aspettiamo il morto per fermare tutto questo”.

Video di Angela Gennaro

Perugia, militante di Potere al popolo accoltellato – La sera del 20 febbraio un militante di Potere al popolo è stato accoltellato mentre attaccava manifesti nella provincia di Perugia. Il 37enne ha detto di essere stato attaccato con quattro coltellate da un gruppo di persone a volto coperto. Con lui anche un altro attivista che è stato invece colpito alla testa. Medicati in ospedale, sono stati entrambi dimessi in mattinata. L’aggressione è avvenuta nella zona di Ponte Felcino e sono attualmente in corso accertamenti da parte della Digos. La polizia è intervenuta dopo che una telefonata anonima al 113 aveva segnalato una rissa, ma arrivata sul posto non ha trovato nessuno. Il 37enne ha riferito di essere stato accerchiato da un gruppo di persone con sciarpe e volto coperto. “Ci hanno accerchiato in quattro. Coi bastoni. C’è stata una colluttazione. Quando sono scappati mi sono accorto che avevo i pantaloni imbrattati di sangue e la giacca squarciata. Mi hanno accoltellato alle gambe e alla schiena. Ho rischiato di essere ucciso” ha detto uno degli attivisti aggrediti al sito Umbria24.

Viola Carofalo, leader di Potere al popolo, in una conferenza stampa convocata poco dopo la diffusione della notizia ha parlato di “gravissima aggressione neo fascista”. Poi in una nota, il partito ha messo sotto accusa il “clima di odio” delle ultime settimane: “Da tempo stiamo denunciando il pesante clima di odio creato da un lato dai gruppi neofascisti”, si legge, “dall’altro da una classe politica irresponsabile e dal governo del Pd che concede agibilità politica a organizzazioni violente che andrebbero messe fuori legge. Si sta cercando di far salire la tensione in ogni modo per non parlare dei veri problemi del paese, la disoccupazione, il taglio dei servizi, le disuguaglianze sociali, i disastri ambientali. Quattro colpi a uno, di cui due in zone vitali, un trauma cranico per l’altro”. Quindi l’attacco al Partito democratico: “Il Pd che non può rivendicare i ‘risultati’ del suo governo e non può promettere nulla perché è poco credibile, cerca di recuperare voti presentandosi come il partito dell’ordine. È una strategia vecchia a cui i cittadini non abboccheranno. Il fascismo cresce a causa delle politiche di austerità, della guerra tra poveri, della disinformazione mediatica. Mentre chiediamo lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste vogliamo mettere al centro della nostra campagna elettorale i contenuti, il programma, le pratiche di solidarietà che portiamo avanti ogni giorno sui territori, le lotte per i diritti sociali e in favore dell’ambiente, contro le speculazioni mafiose”.

Roma, sfregio sulla lapide di via Fani – “Intorno alle 7.15 di questa mattina, sono state segnalate alcune scritte sul basamento di cemento della lapide commemorativa della strage di via Fani, dove il 16 marzo 1978 venne rapito Aldo Moro. “A morte le guardie”, si legge, e fianco una svastica e una runa. Qui morirono il maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi e i poliziotti Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino. La targa era stata momentaneamente rimossa per lavori di restauro. Sul posto la polizia, che ha attivato il Comune per la cancellazione. Indagano gli uomini del commissariato Monte Mario.

“Ho la sensazione che, purtroppo, stiamo tornando a quei tristi anni di piombo”, ha detto all’Adnkronos Marco Falvella, presidente dell’Associazione internazionale vittime del terrorismo. “Temo che ci siano delle rivendicazioni: la violenza chiama violenza. Non vedo un bel futuro. Si è riacceso lo scontro politico di quegli anni violenti e i social non fanno altro che fomentare la violenza. E, vedendo lo scenario politico di questi ultimi anni, credo che la politica debba fare di più per arginare la situazione prima che degeneri”. Il concetto di fondo, rileva il presidente dell’Aivit, “è che oggi è stata imbrattata la lapide di Moro, domani succederà su altre targhe. Viviamo in un periodo in cui non c’è etica, umanità; non c’è nulla”. I familiari delle vittime di via Fani, tramite il levale Valter Biscotti hanno commentato: “Una azione vergognosa e un insulto per i tanti servitori dello stato che hanno perso la vita per mantenere la schiena dritta alla democrazia di questo Paese”.

Palermo, pestato il dirigente di Forza Nuova – Sarebbero cinque le persone individuate dalla Digos nell’ambito dell’indagine sull’aggressione subita ieri pomeriggio dal segretario provinciale di Forza Nuova di Palermo Massimo Ursino. Accompagnati in questura, la loro posizione è al vaglio degli inquirenti. La polizia sarebbe arrivata ai presunti responsabili del pestaggio, legati alla “sinistra antagonista”, esaminando le immagini di alcune telecamere della zona. Questa mattina sono stati perquisiti i locali dello studentato “Malarazza” di via Cavour. L’aggressione – Ursino è stato imbavagliato, legato con del nastro adesivo e malmenato in pieno centro – è stata rivendicata con una email inviata ad alcuni organi di informazione insieme al video del pestaggio realizzato da una ragazza del “commando” con uno smartphone. Nel video si sente la voce della giovane che ripete “è uno scherzo” e i lamenti della vittima.

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