Più passa il tempo più l’affaire Ema, con l’assegnazione per sorteggio ad Amsterdam della sede dell’agenzia del farmaco europea, svela anomalie. Il Fattoquotidiano.it aveva scoperto che la città olandese aveva dato garanzie sulla continuità operativa che non sarebbe stata mai in grado di onorare. Adesso, dopo il pressing del sindaco di Milano Beppe Sala, si scopre che due edifici offerti da Amsterdam come sede transitoria sono spariti dal dossier per lasciare il posto allo Spark Building che ha sollevato i dubbi del direttore esecutivo dell’ente, Guido Rasi. È stato pubblicato ieri l’Annex 1, il documento top secret, dopo la richiesta di accesso agli atti presentata dal primo cittadino di Milano. Sala dopo aver presentato ricorso alla Corte di Giustizia europea, ora presenterà una richiesta anche alla Corte dei Conti europea. Nel documento compaiono due edifici transitori, sostituiti in seguito dallo Spark Building, poi abbandonate perché palesemente inadeguate. Senza dimenticare che l’edificio finale, il Vivaldi Building, non è stato ancora costruito: fino a pochi giorni c’era solo un cantiere.

I due edifici indicati sono il Tripolis, Burgerweeshuispad 200 e 300, e l’Infinity Business Centre, Amstelveenseweg 500.  “A seconda della decisione del Consiglio Ue e a seguito di ulteriori consultazioni con l’Ema su requisiti specifici, uno di questi edifici può essere affittato come sede temporanea”, si legge nel documento. Un affitto, che stando al Corriere della Sera comportrebbe un aumento di spesa del 34%. l documento era stato secretato dal Governo olandese perché, “non essendo pubbliche le prenotazioni” per ospitare l’Ema, “e non essendo stato firmato ad oggi alcun contratto di locazione – riporta il testo – è essenziale che le informazioni contenute nel presente allegato siano mantenute riservate per evitare possibili speculazioni di mercato e relativi aumenti di prezzo per le proprietà in affitto identificate”. Quando erano emersi i primi dubbi sul dossier l’Olanda aveva replicato che l’edificio provvisorio era già nella proposta, ma il riferimento era allo Spark Building. 

“Il governo olandese è stato costretto a rendere pubblici gli atti che aveva secretato – ha detto Sala – da questo abbiamo capito che i nostri sospetti erano fondati“. Secondo il sindaco il documento, di cui è entrata in possesso anche l’Ansa, dimostrerebbe che le due sedi temporanee proposte dall’Olanda nel dossier di candidatura sono scomparse. “La nuova sede che propongono – prosegue Sala – è diversa e non ha nemmeno le dimensioni sufficienti. Pensate se avessimo fatto una cosa del genere noi italiani…. A questo punto – ha concluso Sala – aggiungo un ricorso alla Corte dei Conti europea, perché qui si configura un danno per i cittadini europei e quindi anche per le nostre tasche”.

Ieri l’Ema ha dato spunto anche a una polemica politica in piena campagna elettorale. “Garantisco che l’agenzia tornerà a noi perché in Europa ho vinto tante battaglie”, ha detto Silvio Berlusconi, ricordando agli imprenditori di Assolombarda che l’assegnazione della nuova sede dell’Agenzia europea del farmaco l’hanno “decisa un certo giorno a Bruxelles, dove non c’era il sindaco di Milano, non c’era il ministro della Salute, non c’era il ministro degli Esteri e non c’era il presidente del Consiglio”. Immediata la risposta, via social, del sindaco di Milano: “Prego il Presidente di Forza Italia di astenersi da facili battute su Ema, per rispetto di chi ha dato e sta dando l’anima su questa partita”. Intanto domani 22 febbraio un sopralluogo della commissione Ambiente e Salute dell’Europarlamento ad Amsterdam, proprio per verificare lo stato dei lavori relativi alla nuova sede dell’Ema. Sono 51 gli emendamenti presentati, molti anche di europarlamentari non italiani, all’Assemblea.

Dubbi poi sono stati sollevati – sempre dal quotidiano di via Solferino – anche sulle modalità del sorteggio: con le delegazioni che stavano uscendo dalla sala perché era prevista una pausa di 30 minuti. Inoltre il verbale di rito non sarebbe stato redatto e le schede bruciate delle votazioni bruciate. “La città, la regione e il governo stanno lavorando e continueranno a lavorare per verificare che il processo sia stato fatto con correttezza e trasparenza, perché se così non fosse non sarebbe un torto solo a Milano ma un torto all’Italia e all’Europa” ha il premier Paolo Gentiloni. Diversi giuristinei giorni scorsi hanno riordato che “due principi nelle gare europee non possono essere derogati: la veridicità delle dichiarazioni da parte dei concorrenti e la non mutabilità delle condizioni che hanno costituito requisito o elemento essenziale per la partecipazione alla gara”.

Intanto il Sole24Ore scrive il board di Ema ha spedito nei giorni scorsi una lettera al segretario generale della Commissione Ue, l’olandese Alexander Italianer, responsabile della valutazione tecnica dei requisiti delle città candidate a ospitare l’agenzia in cui vengono sottolineate le anomalie dell’offerta a partire proprio dalle due sedi provvisorie presenti nel documento desecretato.

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