E' un’Italia che "sembra concentrare più di altri Paesi europei le dinamiche di tendenza all’odio", quella ritratta da Amnesty International nel suo Rapporto 2017-2018 sulla situazione dei diritti umani di 159 Stati del mondo. Sono i primi risultati del Barometro dell’odio, monitoraggio delle dichiarazioni sui social di 1.425 tra candidati a Camera e Senato, 17 leader politici e i candidati a presidenti delle regioni Lazio e Lombardia
Non passa giorno che un esponente di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia non pronuncino una frase razzista o discriminatoria su migranti e rifugiati, settore nel quale Matteo Salvini è il leader indiscusso. Ma anche “frasi di disprezzo, degradazione e spersonalizzazione nei confronti delle donne e delle persone omosessuali e transessuali”, per le quali si distingue la formazione politica guidata da Giorgia Meloni.
E’ un’Italia “intrisa di ostilità, razzismo, xenofobia” che “sembra concentrare più di altri Paesi europei le dinamiche di tendenza all’odio“, quella ritratta da Amnesty International nel suo Rapporto 2017-2018 sulla situazione dei diritti umani di 159 Stati del mondo. Un odio protagonista anche della campagna elettorale, dove il 95% delle dichiarazioni di politici sui social che “veicolano stereotipi, sono discriminatorie, razziste o incitano all’odio e alla violenza in campagna elettorale” sono da attribuire ai tre partiti della coalizione di centrodestra: “Lega Nord (50%), Fratelli d’Italia (27%) e Forza Italia (18%)”.
Se nel 2014 l’Italia era “orgogliosa di salvare le vite dei rifugiati e considerava l’accoglienza un valore importante”, oggi “è intrisa di ostilità, razzismo, xenofobia, di paura ingiustificata dell’altro”, ha sottolineato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia. Secondo l’organizzazione, questa ostilità “non riguarda solo i migranti, ma anche i rom, le persone Lgbt, le donne” e anche “i poveri“. C’è una parte di Paese che si ritiene “bella, pura, italiana, mentre il resto non merita di condividere il territorio”, denuncia Rufini. Un fatto che “sta rendendo il clima impossibile in questo Paese, uccidendo ogni possibilità di confronto”.
In occasione della presentazione del rapporto, Amnesty ha riferito i primi risultati del Barometro dell’odio, iniziativa dell’organizzazione che prevede il monitoraggio delle dichiarazioni sui social di 1.425 tra candidati ai collegi per le elezioni di Camera e Senato, 17 leader politici in corsa alle elezioni e i candidati a presidenti delle regioni Lazio e Lombardia. Da un primo monitoraggio, la quasi totalità delle oltre 500 dichiarazioni discriminatorie o che incitano all’odio segnalate di 117 candidati, sono da attribuire a Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Dal rapporto annuale dell’organizzazione emerge che l’Italia nel 2017 “si è messa alla guida della politica europea di contenimento dell’immigrazione a tutti i costi, e il costo pagato dai migranti in carcere in Libia è terrificante”, ha spiegato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Questa politica di “contrasto all’immigrazione” è il dato che maggiormente “preoccupa” l’organizzazione.
Infine, Amnesty continua a esprimere insoddisfazione per il caso di Giulio Regeni: la collaborazione con le autorità per ottenere la verità sul ragazzo ucciso in Egitto più di 2 anni fa, “a circa sei mesi dalla decisione di rimandare il nostro ambasciatore al Cairo, è ancora del tutto insufficiente”, ha sottolineato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia.