“Casapound e Forza Nuova? Io condivido qualcosa di quello che dicono, ma io sono d’accordo persino con alcune cose che dice “Servire il popolo”, non so come si chiama”. Così a Omnibus (La7) il deputato di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, risponde a una domanda del direttore dell’Espresso, Marco Damilano, alterando il nome del partito Potere al Popolo. E proprio col giornalista il parlamentare si rende protagonista di una rovente polemica, a proposito del tema della legalità. “Noi italiano dobbiamo riprenderci il territorio che va controllato dallo Stato” – ammonisce La Russa – “Sabato saremo a Milano in via Padova con Giorgia Meloni, per far capire come è ridotto un pezzo della città”. Damilano cita l’inchiesta di Fanpage sui rifiuti, appalti e corruzione in Campania e chiede: “A proposito di legalità, andrete anche a chiedere al vostro candidato Passariello di dimettersi, appena eletto?”. Esplode la bagarre e La Russa risponde mostrando una pagina di giornale recante le foto e i nomi dei 24 candidati indagati del Pd. “Voi avete questi indagati, lo sapevate già da prima e li avete candidati”, ribatte il parlamentare. “Passariello è coinvolto in un processo di riciclaggio iniziato due anni fa” – replica Damilano – “E l’avete candidato in Sardegna da processato. Vorrei anche dirle che io sono un giornalista, non uno del Pd”. “La trave negli occhi hai” – ripete a più riprese La Russa – “Quello su Passariello è un processo di Woodcock, attenzione”