Ho avuto in questi giorni un’esperienza surreale che ho il dovere di condividere perché altri la possano evitare e le vittime si possano organizzare per difendersi insieme. Finora non ne sapevo nulla: se si dimentica la dicitura “non trasferibile” su un assegno vecchio (dove non è già prestampata) dai mille euro in su, arriva una multa di seimila euro, indipendentemente dalla somma dell’assegno stesso. Ora che lo so, lo racconto a tutti, visto che nessuno fra quelli che conosco lo sapeva.

C’è un gruppo Facebook che riunisce moltissimi casi.

I fatti: ho pagato un notaio con un vecchio assegno (la banca diceva che si poteva usare lo stesso). Non avevo mai sentito parlare del fatto che bisognasse scrivere “non trasferibile” e non l’ho fatto. Tanto più che sul vecchio assegno una dicitura avvisava che “sopra ai 12.500 euro” era obbligatorio scrivere “non trasferibile” e l’assegno era da 3.000. Ora mi arriva una multa di seimila euro per aver emesso un assegno senza la dicitura “non trasferibile”. Da allora sono distrutta e per dormire prendo la valeriana.

Non sono stata l’unica a inciampare in buona fede su queste regole né l’unica a star male e a spaventarsi. Scrivo dunque per tutti quelli che sono in questa situazione: attenzione! Organizzatevi, ditelo a tutti!

Viviamo nel pericolo costante: di certo ci sono altre regole sconosciute che ingenuamente e senza volerlo ignoriamo, per cui non possiamo più sentirci al sicuro, nemmeno con la buona coscienza che una volta ci permetteva di dire “male non fare, paura non avere”. Oggi non basta, dato che è umano non conoscere regole formali di questo tipo, per cui una multa iniqua, di livelli assurdi, ci pende sulla testa come una spada di Damocle, in qualsiasi momento: siamo tutti passibili di incorrere in pene draconiane.

Vorrei che le banche, al posto di mandarci messaggi pubblicitari inutili, scrivessero a tutti i loro clienti e li mettessero in guardia perché non farlo significa essere complici di un sistema che sembra inventato apposta per strappare soldi dalle tasche delle persone.

Nel frattempo la mente lavora, dimostrandomi la teoria del sistema immunitario emozionale di Dan Gilbert dell’Università di Harvard: Gilbert spiega che qualche tempo dopo una qualsiasi novità, bella o brutta, il livello della felicità e del nostro umore consueto si ripristina. Questo ci aiuta a sopravvivere a una grande disgrazia e ad abituarci presto alle belle sorprese.

E infatti la mente, rispetto alla brutta sorpresa di farsi sottrarre seimila euro, mi ha offerto le seguenti razionalizzazioni:
– Beh, dai, si tratta di beneficenza coatta verso il Paese, che ha tanto bisogno;
– Beh, dai, dal punto di vista statistico c’è una probabilità di un certo numero di “tegole” che ti cadono sulla testa, ed è molto meglio che la tegola sia una rapina come questa, un danno in denaro, che non rimettendoci la salute;
– Non è che un “balzello magico”, come quello che faceva pagare la Chiesa prima delle proteste di Lutero (esattamente 500 anni, pochi mesi e qualche settimana fa). La Chiesa diceva allora: “Se paghi, ti verranno rimessi i tuoi peccati”. Oggi immaginiamo: “Se paghi, i tuoi cari resteranno in salute”. Solo al pensiero si corre a pagare volentieri.
– E poi la vetta della razionalizzazione spirituale: esercitarci all’accettazione radicale, quella del non capire quel che accade attorno a noi, dell’assurdità di questa realtà di esseri umani ansiosi, in lotta per riuscire a sopravvivere al surreale.

Chi non scrive “non trasferibile” sono persone oneste anche se un po’ sbadate, capita a tutti: è venuto il momento di difenderle insieme.

Qui per firmare la petizione

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