L’udienza di convalida dei fermi dei due giovani accusati del pestaggio di Massimiliano Ursino, il segretario provinciale palermitano di Forza Nuova, è fissata per venerdì 23 febbraio. In carcere da ieri sera sono Giovanni Codraro e Carlo Mancuso. Coinvolti nell'inchiesta ci sono altri 4 giovani, indagati ma a piede libero
Sarà celebrata domani, venerdì 23 febbraio, davanti al gip Roberto Riggio, l’udienza di convalida dei fermi dei due giovani accusati del pestaggio di Massimiliano Ursino, il segretario provinciale palermitano di Forza Nuova. Accusati di tentato omicidio, e in carcere da ieri sera, sono Giovanni Codraro e Carlo Mancuso: insieme ad altre persone avrebbero legato con del nastro adesivo e picchiato Ursino nel pieno centro di Palermo. Il procuratore aggiunto che coordina l’inchiesta sull’aggressione, Ennio Petrigni, nella richiesta di convalida del fermo parla di “volontà di causare lesioni gravi con l’accettazione del rischio di lesioni letali“.
Il legale ei due fermati promette battaglia. “Contestiamo il capo di imputazione di tentato omicidio e anche le prove raccolte dalla Digos che non dimostrano che i due giovani fermati hanno preso parte all’aggressione”, dice l’avvocato Giorgio Bisagna, che assiste i due giovani. “Sono stati a trovarli in carcere – aggiunge – Sono sereni e attendono l’udienza di convalida del fermo. Credo che in quella sede potranno essere chiarite le posizioni dei miei assistiti, fermati più per il clamore suscitato dall’aggressione che su prove raccolte che a mio avviso sono lacunose“.
“La modalità dell’aggressione, nel senso del numero dei soggetti che vi hanno attivamente preso parte, il fatto di aver messo in totale inferiorità fisica la persona offesa a cui è stato calato sul viso un berretto di lana sia per renderla inoffensiva sia per impedirgli di riconoscere i suoi vigliacchi aggressori, la circostanza di aver addirittura legato col nastro adesivo le gambe di Ursino per impedirgli di scappare non può far dubitare della sussistenza certa del dolo non delle lesioni ma del tentato omicidio“, è la linea della procura . Quanto alle esigenze cautelari, per i due sussisterebbero sia il pericolo di fuga che quello di reiterazione del reato visto che entrambi hanno precedenti per crimini gravissimi commessi con violenza.
Codraro nel 2016 era stato arrestato a Cremona dove aveva partecipato ad una manifestazione dei centri sociali e dei comitati antifascisti ma poi venne assolto dal gup dall’accusa di devastazione e saccheggio e condannato a 9 mesi di reclusione, pena sospesa, per resistenza a pubblico ufficiale. La sentenza è stata appellata. Dopo quella sentenza, a Milazzo, città d’origine dello studente di Ingegneria a Palermo, si tenne un corteo nel quale sfilarono centinaia di studenti che gli esprimevano solidarietà. Mancuso, invece, è stato coinvolto nelle indagini insieme ad altri 15 componenti dell’associazione Spazio Anomalia per danneggiamenti ai danni di esercizi commerciali a Palermo avvenuti nel corso di manifestazioni. E’ stato rinviato a giudizio insieme ad altri 123 attivisti No Muos, per le manifestazioni contro la base militare americana di Niscemi. Frequenta lo studentato occupato Malarazza ed è impegnato nella politica universitaria.
Coinvolti nell’inchiesta sul pestaggio ci sono altri 4 giovani, indagati anche loro per tentato omicidio ma a piede libero. A differenza dei due fermati, i cui volti sarebbero chiaramente ripresi da una videocamera della zona, a loro carico non ci sarebbero ancora elementi decisivi per il fermo. Le immagini li avrebbero immortalati insieme a Codraro e Mancuso e – pur se a volto coperto – nei loro confronti ci sarebbero però indizi rilevanti. La procura disporrà una perizia antropometrica per confermarne il ruolo nell’aggressione di Ursino. Proseguono, invece, le ricerche degli altri due componenti del commando che hanno fatto perdere le loro tracce.