La squadra dei ministri M5s è quasi pronta, con alcune novità: l’introduzione del dicastero alla Famiglia e quello alla Meritocrazia. Inoltre i ruoli chiave del “governo ombra” saranno occupati da donne. Dallo staff di Luigi Di Maio fanno sapere che la lista che sarà presentata nei prossimi giorni e probabilmente annunciata alla stampa a scaglioni, va verso la conclusione mentre si aspettano le ultime conferme (un posto ancora è in bilico). E, spiegano, “è stata formata come se il presidente Sergio Mattarella fosse presente”. Il giudizio del Capo dello Stato viene ritenuto fondamentale per permettere di avere il via libera all’incarico il giorno dopo il voto, anche se i 5 stelle non otterranno il 40 per cento. “Manca solo un tassello, dobbiamo scegliere tra due o tre nomi”, fanno sapere dal Movimento sottolineando come la squadra di governo sia composta da “personalità riconosciute che condividono i nostri ideali”. Quando mancano meno di due settimane al voto, i 5 stelle si concentrano sull’ultima fase della campagna elettorale. La presentazione della squadra rimane uno dei punti chiave: se riusciranno, è il ragionamento dentro il M5s, a mostrare volti credibili e di qualità, potranno convincere anche gli ultimi indecisi e dare un segnale forte al Quirinale.
Intanto oggi Di Maio, nel corso di una diretta Facebook, ha lanciato la seconda proposta su cui gli altri partiti dovrebbero convergere per un governo a 5 stelle: “Più volte ho parlato delle convergenze sui temi per dare un governo all’Italia e oggi voglio proporre la seconda. Qualche giorno fa ho proposto la prima (è molto semplice e sicuramente, se ci sarà bisogno, la porteremo sul tavolo delle trattative) che è quella del dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. Ad oggi possiamo dire che tutti i partiti vogliono tenersi il loro stipendio da nababbi alla faccia degli italiani che non arrivano a fine mese e noi saremo gli unici a fare quello che abbiamo già fatto”. Oggi la seconda: il vincolo di mandato. “E’ una misura presente nel nostro programma che è stata votata dagli iscritti ed è l’unico vero antidoto alla piaga dei voltagabbana che ammorba il Parlamento da anni”. Per il M5s un “parlamentare è un portavoce delle istanze degli italiani. Se il programma per cui è stato votato non gli sta più bene, allora prende e se ne va a casa senza stipendio, senza buonuscita e si ripresenterà alle elezioni alla prossima tornata e vediamo se trova ancora qualcuno che lo vota”. Tuttavia, “a parole tanti politici copiano la nostra proposta, a partire dal traditore della Patria Berlusconi che prima dice di volere il vincolo di mandato e poi invece dice di voler imbarcare i fuoriusciti degli altri, inclusi i nostri”. Ma sulla questione Di Maio ripete: “Non sarà così, perché quasi tutti hanno già firmato il modulo con cui si impegnano a non accettare la candidatura, quindi non potrà fare i suoi giochetti”.