Cronaca

Roma, nulla di fatto per gli sgomberati dei Santi Apostoli: “Dormiamo al freddo, ma continuano a chiederci di aspettare”

“È una partita da tennis tra Regione e Comune. E la pallina siamo noi”. Claudio è uno dei rappresentanti delle famiglie sgomberate in estate da Cinecittà e che da sei mesi vivono accampate nella basilica dei Santi Apostoli a Roma. I 22 nuclei famigliari che da allora avevano occupato i portici della chiesa in pieno centro, a due passi dal Campidoglio, una settimana hanno fatto i bagagli. “Andiamo sotto al palazzo che la Regione ci ha promesso ma non ancora assegnato”, spiegava Donatella tra un bustone e un materasso arrotolato. Ma quel giorno, il 15 febbraio scorso, si sono trovati davanti la polizia. E si sono sparpagliati. Alcuni tornando per la notte a Santi Apostoli, altri in occupazioni sparse per la città.

Martedì 20 febbraio, una nuova giornata di mobilitazione con un presidio sotto alla sede della regione Lazio. In serata una delegazione è stata ricevuta dalla segreteria del presidente Nicola Zingaretti. Risultato: se ne riparla tra 20 giorni, dopo le elezioni.Resta l’impegno ad assegnare loro un palazzo a Pineta Sacchetti, usando la causale dell’emergenza freddo – le politiche abitative spettano infatti al Comune, che dal canto suo in questi sei mesi ha messo a disposizione la Sala Operativa Sociale e soluzioni mai accettate dagli sgomberati per cosiddette “fragilità”, “separando di fatto le famiglie”, dicono gli occupanti.

Per la messa a norma dello stabile di via Ventura servono ancora almeno venti giorni, dice la Regione. “Queste sono famiglie non hanno un posto dove andare”, spiegano i manifestanti. “Il comune di Roma dovrebbe invece finalmente attuare la delibera per l’emergenza abitativa”. “Accogliamo con favore la decisione della Regione Lazio di finanziare i lavori che renderanno utilizzabile per l’accoglienza l’immobile di sua proprietà in via Ventura”, fa sapere il Campidoglio con una nota dell’assessora Laura Baldassarre. “La decisione è in piena sintonia con quanto condiviso e stabilito nei tavoli tecnici tra la Regione stessa e Roma Capitale, dove era stata riscontrata la necessità di realizzare alcuni lavori sull’immobile”