Il cdr: "Cassa integrazione al 70%? Paradosso che siano i lavoratori a pagare il proprio stipendio, così falcidiato, senza che gli imprenditori facciano la loro parte. Era questa la tutela dei posti di lavoro che intendeva il ministro Luca Lotti quando ha lanciato il bando di gara europeo a maggio scorso?"
I giornalisti di Askanews hanno proclamato un nuovo sciopero per venerdì 23 febbraio. I rappresentanti sindacali (cdr) dell’agenzia di cui è azionista di riferimento Luigi Abete hanno denunciato in un comunicato “il comportamento inaccettabile dell’azienda, che ha deciso di procedere unilateralmente con una brutale richiesta di cassa integrazione al 70%, dichiarando esuberi pari a due terzi dei giornalisti“.
In una nota, l’organismo sindacale attacca “la mossa intimidatoria” dell’azienda che “si abbatte su una redazione che responsabilmente, tramite lo stesso Cdr e la delegazione sindacale, ha mostrato un costante impegno per cercare soluzioni sostenibili alla grave crisi causata dalla mancata definizione della gara sui servizi giornalistici avviata dalla presidenza del Consiglio”.
A gennaio la redazione aveva già scioperato dopo l’annuncio che l’azienda non avrebbe garantito il pagamento degli stipendi. Ora, secondo il Cdr di Askanews, “viene chiesto ai soli giornalisti di farsi carico dei problemi finanziari dell’azienda che pretende una percentuale di cassa che di fatto azzererebbe l’attività”, con un “atteggiamento” che “mette a rischio il futuro della stessa Agenzia”. La richiesta della cig, si legge nella nota, “è legata a doppio filo all’attuale mancata assegnazione di un lotto della gara”, secondo quanto hanno spiegato i vertici aziendali. “Era questa la tutela dei posti di lavoro che intendeva il ministro Luca Lotti quando ha lanciato il bando di gara europeo a maggio scorso?”. “Il 70% di Cigs, ovvero esuberi su due terzi del corpo redazionale, sono numeri inaccettabili”, denuncia il Cdr che “respinge ancora una volta il paradosso che siano i giornalisti a pagare il proprio stipendio, così falcidiato, e senza che gli imprenditori facciano la loro parte”.