Bagarre a Tagadà (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e il sindaco Pd di Pesaro, Matteo Ricci, resosi protagonista di un alterco verbale con la conduttrice della trasmissione, Tiziana Panella, e con una risparmiatrice truffata di Banca Etruria. Travaglio, interrotto più volte da Ricci, esordisce: “Questa pretesa dei politici di fare i palinsesti televisivi dovrebbe finire. La par condicio non esiste per le notizie”. “Pensi alla pretesa dei capi di giornale di fare propaganda per altri partiti” – urla il sindaco di Pesaro – “Anche i direttori di giornale dovrebbero evitare e lei lo fa quotidianamente. Ognuno fa i propri errori”. “Voi non dovreste mettere becco nella televisione” – replica il direttore del Fatto – “voi dovreste essere ospiti e chiedere il permesso. Siete ospiti e non padroni. Levatevi quella faccia da padroni”. “L’unica che ha la faccia da padrone arrogante è lei, Travaglio, non di certo io”, ripete a più riprese Ricci. “Controllate tre reti della Rai dove fate carne di porco della libertà di informazione” – continua Travaglio – “Rispettate la libertà di informazione. E rispettate anche il senso dell’umorismo e della decenza. Dire che non si possono fare collegamenti tra il governo e Banca Etruria, quando uno dei banchieri con cui se la dovrebbe prendere la risparmiatrice truffata si chiama Pier Luigi Boschi, padre di un ministro della Repubblica che si chiama Maria Elena Boschi, e che è diventato vicepresidente dei Banca Etruria un mese dopo che sua figlia è diventata ministro, significa evidentemente che lei non rispetta nemmeno il senso dello humour”. “Ma roba da matti” – insorge Ricci – “Se lei non parla della Boschi, faccio fatica di cosa può parlare lei in una trasmissione. Un bell’assist gli hanno dato quei risparmiatori”. “Ho appena scritto un libro su Berlusconi, quindi, come vede, ho vari argomenti” – risponde Travaglio – “E’ un dato storico ormai che il governo Renzi abbia lasciato incancrenire per mesi le crisi bancarie per non disturbare la sua infausta campagna elettorale referendaria. Tant’è che Gentiloni, appena si è seduto a palazzo Chigi a Natale del 2016, ha dovuto tirare fuori 20 miliardi di euro per riparare dei buchi che, se si fossero riempiti prima, ci sarebbero costati molto meno”. E chiosa: “Questa è proprio cronologia, quindi di banche è meglio che parliate il meno possibile, perché i risparmiatori arrabbiati col governo non sono 14, come dice lei, ma sono centinaia di migliaia. Non fateli incazzare tutti, perché tra due domeniche si vota”
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