LA VEDOVA WINCHESTER di Peter Spierig, Michael Spierig. Un film con Helen Mirren, Sarah Snook, Jason Clarke. Usa 2018. Durata: 96’ Voto: 2/5 (DT)
Inizi del ‘900. A San Josè, in California si è trasferita Sarah, vedova del ricchissimo mercante di fucili Winchester. Lì la donna, unica erede del patrimonio di famiglia, giorno dopo giorno, senza che falegnami e muratori si fermino mai, sta trasformando una fattoria in una magione con decine di camere spettrali dove lei stessa abita (“sono gli spiriti dei morti uccisi dai fucili che me lo chiedono”), I membri dell’azienda del marito, stanchi dello spreco di denaro, vogliono vederci chiaro e ingaggiano lo psichiatra dottor Price, puttaniere drogato di laudano, per certificare se alla vedova manca qualche rotella. Arrivato nella villa a Price viene chiesto di non tenere con sé armi o farmaci. È la regola della casa. Thriller soprannaturale screziato da una vaga atmosfera da frontiera western, il film procede come una detection tra scricchiolii sinistri, apparizioni improbabili e concreti sonnambuli, con Price che analizza la psiche della coriacea vedova in un claudicante confronto tra disturbati, mentre attorno a loro continuano sempre i lavori di allargamento della casa. La macchina da presa dei fratelli Spierig si intrufola in pertugi visivi, buchi nei muri dove soffiare, controcampi in grandangolo, provando a costruire visivamente quel sottile crinale dell’horror tra realtà e illusione (cercate la data del terremoto di San Francisco e capirete), tanto caro anche alla filosofia dei due protagonisti del film. Solo che dopo un’ora i timidi segnali che devono far saltare sulla sedia (il giochetto di porte e finestrelle che si aprono o cigolano all’improvviso è davvero da galera) risultano tronfi come un palloncino che si sgonfia senza mai riprendere aria. Certo, rimane intonso il messaggio antiarmi: ma che fatica arrivare fino in fondo. Mirren sprecata per una parte così deficitaria. Ispirato alla storia vera della signora Winchester.