Gli spettatori-elettori hanno ancora così tanta fame di propaganda elettorale – in corso solo da trecentoventi anni di seguito – che MasterChef pensa bene di fare concorrenza spietata alla spumeggiante intervista-monstre al rappresentante della Sinistra rivoluzionaria, che è già in corso alla prima pausa pubblicitaria ed è proseguita fino al terzo “living” di Cracco un’ora dopo. (Serve subito un’avvertenza: l’unica cosa che sembra una battuta, cioè la Sinistra rivoluzionaria, in realtà è del tutto vera). E com’è che si trasforma una gara di cucina in un megaspot di PiùEuropa con Emma Bonino? Invitando a cucinare degli chef che lavorano in ristoranti e catering creati da rifugiati richiedenti asilo. Arrivano da Pakistan, Afghanistan, Ghana, Somalia, Mali, Palestina, Yemen. La puntata è registrata mesi e mesi fa e nessuno degli chef stranieri tradisce fremiti quando si viene a sapere che Simone è di Macerata. Anzi, è lui ad avere qualche problemino con l’idioma: “Gosa ci mettiamo dendro?” chiede al collega ghanese, ventenne come lui.
E’ lui ad avere la tipica biografica che solitamente fa andare al manicomio Fedriga della Lega: ha fatto ore di camion per arrivare in Niger, è arrivato a fatica in Libia, ha cominciato a fare il lavapiatti a Tripoli ma è cominciata la guerra, così ha preso un barcone e è arrivato a Pozzallo. Oh, Fedriga, incredibile: la Kluggy l’ha anche ringraziato di “essere qui in Italia”. Gli autori – malefici – ci infilano la spiegazione socio-storica incorporata: “Non è retorica, ma è la realtà – interviene Joe Bastianich – Io lo so bene perché i miei nonni, con mia mamma e mio zio, erano rifugiati come loro e hanno trovato ospitalità negli Stati Uniti”. Salvini: espelli questo!
Le parole di #AntoniaKlugmann ci scaldano il cuore ??
Uno degli aspetti più affascinanti della cucina è lasciarsi influenzare da culture diverse dalla propria… a #MasterChefIt, ma anche nella cucina di tutti i giorni! ? pic.twitter.com/IwwjUkH7Zg— MasterChef Italia (@MasterChef_it) 22 febbraio 2018
Ora è bene che La Sila si ricomponga e rassicuri che per una volta lo spoiler sull’eliminazione è davvero all’ultima pagina. Intanto tra i migliori della Mistery si affacciano la finta fragile Kateryna con il Kapsa yemenita, Antonino il macellaio con il Samusi somalo e Denise la bimba di Calci con il Kabli Pulao pakistano. E vince proprio lei, Denise, che finalmente ha capito che non deve per forza dimenarsi per fare le cose bene e ha dismesso quell’atteggiamento da banco della Polisportiva Zambra di Calci (che Barbieri, gesticolando tipo teatro espressionista, ha riassunto così: “Prima eri uoooo, uooooo, uoooo”).