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Cronaca - 24 Febbraio 2018
Il borgo di Bussana risorge grazie a loro ma adesso il Demanio chiede il conto: “Fino a 100mila euro”
“A queste condizioni non pagheremo mai” gli abitanti di Bussana Vecchia, borgo ligure nell’area del Comune di Sanremo, sono sul piede di guerra contro le sanzioni quantificate nei loro confronti dall’Agenzia del Demanio come “indennità risarcitoria”. Multe che vanno dai 15 ai 100mila euro per gli ultimi dieci anni di “occupazione abusiva”. Ma la contraddizione è che, in tutti questi anni, il Comune di Sanremo ha rilasciato residenze, concesso l’allacciamento delle utenze e collegato le fognature. Nel borgo sono stati siglati regolari contratti di affitto e molti abitanti del borgo hanno regolari licenze commerciali e certificati di proprietà degli appartamenti: “Una situazione poco cristallina – conferma a ilfattoquotidiano.it Mauro Menozzi, assessore al Patrimonio del Comune di Sanremo – che noi abbiamo ereditato e proprio non capiamo come possa essersi protratta per sessant’anni”.
Dopo lo sfollamento imposto agli abitanti originari del borgo, a seguito del terremoto del 1887, a partire dagli anni ’60 una comunità internazionale di artisti si fece carico di ricostruire il villaggio, riuscendo a portare acqua, corrente elettrica e costruire una rete fognaria solo nel 1973. Oggi il borgo è celebre in tutto il mondo, sebbene per lo Stato, dal 1984, risulti “patrimonio storico indisponibile”. Nessuno degli abitanti che oggi vivono a Bussana Vecchia, infatti, avrebbe diritto a viverci, e a seguito della scelta di sdemanializzazione dell’area avvenuta nel 2016 , il comune di Sanremo ha accettato di acquisire il villaggio degli artisti: “Era l’unico modo per garantire un futuro al borgo – precisa Menozzi – altrimenti l’Agenzia del Demanio avrebbe provveduto direttamente allo sgombero dei residenti”.
Gli abitanti di Bussana vecchia avevano visto di buon occhio la presa in carico da parte del Comune: “Ci era stata presentata come la soluzione alla situazione di ’stallo’ burocratico che andava avanti da decine di anni – ricordano – ma la ricezione di queste cartelle esattoriali è sproporzionata, abbiamo la sensazione di essere stati traditi dall’amministrazione, come se il loro interesse fosse solo quello di acquisire il borgo e valorizzarlo, ma senza gli abitanti che lo hanno ricostruito”. Il pagamento della sanzione, infatti, è solo la condizione preliminare per partecipare al bando pubblico di assegnazione dei locali: chi non salda il suo debito in tempi brevi, non potrà partecipare. Una volta assegnati i locali, chi sarà assegnatario dovrà inoltre continuare a versare un canone negli anni a seguire. “Ma perché dovremmo pagare quelle cifre – si chiedono i residenti di lunga data – con tutto quello che abbiamo speso per restaurare il borgo? Se proprio vogliono parlare di ‘indennità risarcitorie’ è a noi che dovrebbe darle lo Stato, che qui aveva lasciato solo macerie, sulle quali da sessant’anni abbiamo ricostruito attraverso l’arte, l’artigianato e la cultura”.
Ora gli abitanti sono determinati a portare avanti la contestazione per via legale e con iniziative pubbliche, convinti che queste stangate butteranno fuori di casa gli artisti che hanno scelto di vivere a Bussana Vecchia inseguendo un ideale, lasciando che a godere della “riqualificazione” siano “imprenditori che sul borgo hanno speculato o intendono farlo in futuro”.
I problemi non sono finiti, perché per avviare il “programma di valorizzazione del borgo”, il Comune di Sanremo dovrà trovare investitori pronti a mettere sul piatto 44 milioni. In attesa di leggere i termini del bando di riqualificazione e assegnazione degli spazi, che non uscirà prima di marzo, tra gli abitanti di Bussana Vecchia prevale la diffidenza e la sgradevole sensazione che, dietro a questa operazione di “normalizzazione” giuridica, possa nascondersi una speculazione turistica. “Non pagherò neanche un centesimo – precisa Marco Faraldi, che nel villaggio ha allestito il plastico ferroviario più grande d’Italia, al quale è arrivata una richiesta di oltre 70mila euro – ho un regolare contratto e, se proprio qualcuno dovrà pagare, per quanto mi riguarda, i primi dovranno essere gli enti che in tutti questi anni hanno fatto finta di non vedere”.