Il 4 marzo voteranno per la prima volta i miei primi alunni, nati nel nuovo millennio. Spesso mi chiedo: chi sceglieranno? Andranno alle urne? Quando ero il loro maestro ricordo che un giorno entrando in classe, in preparazione a una visita alla Camera, chiesi loro di scrivermi in maniera spontanea su un foglio quello che pensavano della parlamento, dei politici.
Mattia mi scrisse: “Il parlamento è il luogo dove si riuniscono i politici, dove si promuovono le leggi, dove si discute (o almeno dovrebbero) per il bene dell’Italia; dove ci sono liti e dove a volte qualcuno si addormenta. E soprattutto dove ci sono tantissime elezioni perché il Governo non dura neanche un mese”. Giorgio invece: “Un giorno io a Striscia ho visto in Parlamento un politico che si era addormentato e lo richiamavano ma lui continuava a dormire. Io conosco Veltroni, Casini, D’Alema, Prodi, Berlusconi. Ieri al Parlamento c’è stata una rissa ma non so tra chi. Io spero non contro Berlusconi”. E ancora: “Per me quando si ha il potere non riesci più a controllarti, sembra come un uomo senza mente ma loro dovrebbero provare a lavorare. Non è facile arrivare alla fine del mese. Ci sono tante persone che non arrivano alla fine del mese ma loro non vogliono sapere ragioni, quindi non vogliono abbassare i prezzi”.
Questo era ed è il biglietto da visita della politica nei confronti dei giovani che non è assolutamente vero che ignorano, che non conoscono chi rappresenta le istituzioni. Lo dimostra un sondaggio fatto dagli studenti del liceo Leopardi di Lecco a 423 studenti tra i 16 e i 19 anni. La maggior parte sa a quanti anni si può votare per il Senato, chi sono i leader delle principali forze politiche, per cosa voteremo il 4 marzo e persino il nome della nuova Legge elettorale anche se faticano a capirla come molti adulti d’altro canto.
Semmai non ricordano il nome del ministro all’istruzione precedente a Valeria Fedeli visto che il 51,3% pensa a Maria Stella Gelmini (e questo la dice lunga). I ragazzi non sono ignoranti, sdraiati, svogliati. Lo dimostrano i giovani di “Rinascimenti”, un’associazione apartitica cremasca di ragazzi e ragazze che nei giorni scorsi hanno incontrato Peter Gomez per capire meglio la legge elettorale, per conoscere chi andranno a votare grazie al suo ultimo libro Il vecchio che avanza. Guida informata per un voto consapevole.
Il problema sembra essere un altro: il 22%, secondo un recente sondaggio eseguito dall’istituto Piepoli, potrebbe non votare. Un dato che aumenta al 40,3 % a detta di un altro sondaggio pubblicato dal settimanale L’Espresso. Non so se tra questi c’è anche qualcuno dei miei alunni ma è a loro che da maestro mi rivolgo. Anch’io in passato non ho votato perché nessuna delle forze politiche in campo mi convinceva ma credo, cari ragazzi, che oggi siamo di fronte ad un’emergenza.
Il vostro maestro è nato e cresciuto con i volti di Casini, D’Alema, Berlusconi, Bonino, Tabacci e altri perennemente davanti agli occhi. La vostra generazione ha conosciuto le stesse persone. Quando accendo la tv e rivedo Berlusconi spero prima o poi di risvegliarmi da un incubo ma è la realtà, purtroppo. E allora vi chiedo di votare e di farlo chiedendo alcune cose ai vostri candidati o provando a capire i loro profili. Domandate loro:
1) Quand’è l’ultima volta che ha lavorato? (dato per scontato che la politica dovrebbe essere servizio non lavoro a tempo indeterminato)
2) Quanto costa un chilo di pane?
3) Quante casacche ha cambiato?
4) E’ mai stato in una moschea? E in una sinagoga?
5) Quand’è l’ultima volta che è andato al mercato?
6) Quanti sono i migranti in Italia? Da dove vengono?
7) Qual è l’ultimo libro che ha letto?
8) E’ stato nel campo di concentramento di Auschwitz? E alla risiera di San Sabba o a Sant’Anna di Stazzema?
9) A quanto ammonta il suo ultimo stipendio?
10) Quanto tempo trascorre in silenzio durante la sua giornata?
Sembrano domande banali ma non lo sono. In questi giorni mi fa specie vedere tutti questi politici tra le bancarelle dei mercati. Per anni non si vedono poi improvvisamente per qualche settimana spuntano tra i formaggiai e i pescivendoli con i loro bei cappottini armati di volantini. Così come mi colpisce aver letto che il ministro dell’Interno, Marco Minniti, entrando alla Grande Moschea di Roma, ha detto: “E’ un’emozione, è un onore essere qui, per me è la prima volta e nel momento in cui si entra in un luogo istituzionalmente votato al culto ci si sente sempre messi alla prova”. E dire che fa il ministro dell’Interno non dello sport e alla sua età non ha mai messo piede in moschea.
Ora, cari ragazzi, votate. In queste ore ho letto che a Bologna i giovani di un collettivo hanno organizzato una festa all’Università dove chi strapperà la tessera elettorale avrà offerta una birra. Questi giovani non hanno mai parlato con il partigiano Armando Gasiani. L’ho incontrato nei giorni scorsi. Ha 92 anni, gira ancora le scuole per raccontare la sua esperienza di deportato sopravvissuto. Ogni volta mi ripete: “Il voto e la libertà l’abbiamo conquistata per voi, per tutti. Non buttatela”.
E’ vero, il biglietto da visita che vi hanno lasciato non è dei migliori ma oggi sta a voi 18enni dimostrare che voterete informati e consapevoli. Don Lorenzo Milani diceva che noi abbiamo due armi: lo sciopero e il voto. Votate ricordando le parole di De Andrè:
…la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un’anestesia
come un’abitudine…